Alcune anime elette, per una particolare missione ricevuta da Dio, possono reincarnarsi più volte su questa terra. In ambito cristiano, sono note le reincarnazioni dei due Giovanni: Giovanni Battista e Giovanni Apostolo.
Giovanni il Battista
La profezia di Malachia (4:5) afferma:
“Ecco, io vi mando il profeta Elia, prima che venga il giorno del SIGNORE, giorno grande e terribile.”
Nei Vangeli, questa profezia viene interpretata in relazione a Giovanni Battista.
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Marco 9:9-13:
Gli scribi dicono che prima deve venire Elia. Gesù rispose: «Elia è già venuto e gli hanno fatto quello che hanno voluto.» -
Matteo 11:14:
«Se lo volete accettare, egli (Giovanni Battista) è l’Elia che doveva venire.»
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Marco 9:9-13:
Giovanni Battista, quindi, è visto come una delle reincarnazioni del profeta Elia. Questo concetto della reincarnazione non è obbligatorio nella fede cristiana: Gesù stesso dice «se lo volete accettare.»
L’Apostolo Giovanni
Nel Vangelo di Giovanni 21:20-25, Pietro chiede a Gesù quale sarà il destino del discepolo amato (Giovanni):
“Se voglio che rimanga finché io venga, che t’importa? Tu, seguimi.”
Da questa frase nacque la credenza che Giovanni non sarebbe morto. In realtà, Gesù non afferma che Giovanni non morirà, ma lascia intendere che egli potrebbe rimanere fino al ritorno di Cristo. Se si crede nella reincarnazione, questo passo diventa chiaro: Giovanni continuerà a reincarnarsi fino al ritorno del Signore.
Nell’Apocalisse 11:3, si legge:
“Farò in modo che i miei due Testimoni, vestiti di sacco, compiano la loro missione di profeti per milleduecentosessanta giorni.”
Questi “due testimoni” potrebbero essere proprio i due Giovanni che ritorneranno come profeti nei tempi finali.
La reincarnazione non riguarda solo le anime inviate da Dio, ma anche le persone comuni. Questo concetto può essere visto come una versione “velata” del purgatorio, dove l’anima può purificarsi attraverso nuove vite.
La salvezza, però, avviene solo tramite la fede in Cristo. Egli spezza il ciclo di reincarnazioni, offrendo la vita eterna. La reincarnazione, in questo contesto, rappresenta un giudizio divino:
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- Le buone azioni vengono premiate.
- Le cattive azioni portano a sofferenze, spesso vissute in una vita successiva.
Chi non ha rifiutato Dio del tutto, ma non ha ancora accolto Cristo, può reincarnarsi. Questa opportunità permette di ricevere punizioni, ricompense e, in futuro, accogliere Cristo per ottenere la vita eterna.
La reincarnazione, quindi, non è un’auto-salvezza “evolutiva”:
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- La vita eterna si raggiunge solo grazie alla redenzione operata da Cristo.
- L’uomo, pur libero di agire, non può salvarsi da solo: solo Gesù apre le porte del Regno di Dio.
La Prova nelle Sacre Scritture
Nel Vangelo di Giovanni 9:1-12, Gesù incontra un uomo cieco dalla nascita. I discepoli chiedono:
“Chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?”
Questa domanda suggerisce implicitamente la possibilità di un peccato commesso in una vita precedente. Infatti:
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- Se l’uomo è cieco dalla nascita, potrebbe aver peccato solo in una vita passata.
- Oppure, la sua cecità potrebbe dipendere dai peccati dei genitori.
Gesù risponde che la sua cecità è «perché si manifestino le opere di Dio», poiché egli sarà guarito. Tuttavia, il caso di altri ciechi o sofferenti che non vengono guariti potrebbe trovare spiegazione nella reincarnazione: essi scontano il peccato proprio o dei loro antenati.
Se non esistesse la reincarnazione, come si spiegherebbe l’apparente ingiustizia del mondo?
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- Perché alcuni nascono malati, poveri, brutti, o sfortunati, mentre altri nascono sani, ricchi, belli e intelligenti?
- Dio sarebbe forse ingiusto?
La risposta è che le condizioni in cui nasciamo dipendono:
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- Dalle nostre azioni nelle vite precedenti.
- Dalle scelte di chi ci circonda, come i genitori.
Dio, però, vuole salvare tutti. Anche le condizioni più difficili rappresentano un dono, perché ci danno la possibilità di incontrare Cristo e accettare la salvezza.
La reincarnazione, dunque, non va intesa come una semplice opportunità di auto-miglioramento. È un atto di giustizia divina, un mezzo attraverso il quale l’uomo può purificarsi e ricevere la grazia di Cristo. Anche in condizioni sfavorevoli, ogni vita è un’opportunità per incontrare Gesù e ottenere la vita eterna.
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