Dominique Papety, il cui nome completo era Dominique Louis Féréol Papety, nacque a Marsiglia.
Trasferitosi a Parigi, nel 1835 entrò nell’atelier di Léon Cogniet presso l’École des beaux-arts. Nel 1836, Papety vinse il primo Gran “Prix de Rome“, con una tela dal soggetto biblico: “Mosè percuote la roccia per farne scaturire l’acqua“.
Il giovane Papety si recò a Villa Medici a Roma, dove si trattenne dal 1837 al 1842. Rientrato a Parigi fu ben presto affascinato dalla pittura di Ingres e ne subì l’influenza.
Ingres ammirò molto questo suo discepolo e disse di lui:
“Non fu mai un allievo, bensì un maestro, non appena prese in mano un pennello”
Papety era affascinato dalle teorie di Charles Fourier, e fu proprio sulla base tali idee che egli dipinse il suo quadro più celebre: Le Rêve du Bonheur (Il sogno della felicità), conservato oggi nel Museo Antoine-Vivenel di Compiègne.
Su proposta di Antoine d’Orléans, egli fu chiamato a rappresentare la corte e la famiglia reale in una scena che commemorava un avvenimento recente: la visita dei monumenti di Atene, compiuta dai reali il 12 settembre del 1845.
Ma in Morea, (Peloponneso), egli aveva purtroppo contratto il colera. Rientrò a Marsiglia ormai molto ammalato, e durante un soggiorno in Camargue, gli accessi di febbre raddoppiarono. Era la fine: Papety tornò a casa e morì confortato dalla famiglia nel 1849. Aveva vissuto soltanto 34 anni.
L’epidemia di colera, che devastava tutta la regione, impedì agli amici artisti di onorare le sue esequie con una imponente manifestazione.
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