Oggi desidero sottoporre alla vostra attenzione un appunto su due donne legate da un tragico destino: Francesca Da Polenta e Parisina Malatesta

Francesca da Polenta

Nel celebre Canto V della Divina Commedia, Francesca si presenta così a Dante:

Siede la terra dove nata fui
Su la marina dove ‘l Po discende
Per aver pace co’ seguaci sui……….

Anselm Feuerbach – Paolo e Francesca – Collezione Schack – Wikipedia, pubblico dominio

Secondo il racconto del Boccaccio, Guido da Polenta, seguendo il consiglio di un amico, decise di far giungere a Ravenna Paolo Malatesta con il mandato di sposare Francesca, sua figlia, per procura del fratello Gianciotto (detto “ciotto”, ovvero zoppo).

Durante una visita di Paolo alla dimora di Guido, una damigella indicò l’uomo a Francesca attraverso una finestra, dicendole che quello era il suo futuro sposo. Francesca, ignara dell’inganno, si innamorò di lui. Tuttavia, dopo il matrimonio e il trasferimento a Rimini, scoprì solo la mattina seguente che suo marito non era Paolo, bensì Gianciotto. Nonostante il tradimento subito, l’amore per Paolo rimase saldo nel suo cuore.

Joseph Anton Koch – Paolo e Francesca (acquerello) – Wikipedia, pubblico dominio

La tragedia dei due amanti, probabilmente avvenuta tra il 1283 e il 1285, era nota a Dante.
Lo storico Luigi Tonini ipotizza che Paolo e Dante si fossero conosciuti a Firenze nel 1282, quando Paolo era Capitano del Popolo. La vicenda si svolse nella residenza dei Malatesta a Rimini, come indicato anche dal Petrarca.

La storia di Paolo e Francesca ha ispirato numerosi autori, tra cui Silvio Pellico e Gabriele D’Annunzio.
Dal dramma di D’Annunzio, Tito Ricordi trasse il libretto per l’opera Francesca da Rimini di Riccardo Zandonai.

Francesca, costretta a sposare Gianciotto, ebbe da lui una figlia, Concordia, che anni dopo si ritirò nel convento delle Clarisse da lei stessa fondato a Santarcangelo di Romagna, conducendo una vita ascetica.

Nella Divina Commedia, Francesca è immortalata come una figura poetica e tragica. Legata per l’eternità al suo Paolo, è trascinata dalla “bufera infernal che mai non resta”. Simbolo di passione e nobiltà d’animo, rimane un’icona dell’amore eterno anche nella tragedia.

La famiglia Malatesta, circa 140 anni dopo, fu segnata da un’altra drammatica vicenda, quella di Parisina Malatesta.
,

Parisina Malatesta

Thomas Jones Barker – Parisina ,1842, collezione privata – Wikipedia, pubblico dominio

Visitando Ferrara, è possibile esplorare il castello Estense, che custodisce le lugubri prigioni di Ugo e Parisina. Qui, nel 1425, si consumò una tragedia cantata persino da Lord Byron.

Parisina Malatesta, la moglie di Niccolò III d’Este – Wikipedia, pubblico dominio

Nicolò III d’Este, marchese di Ferrara, aveva sposato in seconde nozze la splendida Parisina dei Malatesta, nobile famiglia di Rimini.

Nicolò aveva già un figlio, Ugo, di bell’aspetto e modi raffinati. Tuttavia, i rapporti tra Parisina e il figliastro non erano inizialmente dei migliori.

Nel tentativo di riconciliarli, Nicolò li inviò insieme in un viaggio a Loreto, accompagnati da un folto seguito. Il viaggio ebbe successo, forse troppo: al ritorno, tra Parisina e Ugo si era instaurato un legame proibito.

Scoperta la relazione grazie a un foro praticato nel soffitto della stanza di Parisina, Nicolò fece imprigionare i due giovani e li condannò a morte.
Dopo la decapitazione, furono sepolti senza cerimonie presso la torre del tempio di San Francesco.

Girolamo Domenichini – La condanna di Ugo e Parisina (1836), Museo dell’Ottocento, Ferrara – Wikipedia, pubblico dominio

Si narra che, poche ore dopo l’esecuzione, Nicolò fu colto da follia. Ancora oggi, le celle dove furono rinchiusi Ugo e Parisina si trovano alla base della torre dei Leoni nel castello Estense.

Anche Parisina è stata celebrata nell’arte: Pietro Mascagni le dedicò un’opera lirica, con libretto di Gabriele D’Annunzio, intitolata proprio Parisina.

 

 

Condividi: