Tra i molti incontri che segnano il cammino dell’eroe Teseo, ce n’è uno dal tono intimo e toccante: quello con Ecale, una vecchia donna il cui destino si lega, in modo semplice ma profondo, alle imprese del giovane eroe.
Teseo si stava recando a Maratona per affrontare il temibile toro cretese, lo stesso che Eracle aveva catturato e condotto in Grecia. Durante il viaggio, però, scoppiò un violento temporale. Fu allora che Ecale, pur vivendo in una modesta capanna, offrì ospitalità al giovane sconosciuto. Con un gesto di devozione, promise di offrire un sacrificio a Zeus nel caso in cui il suo ospite avesse trionfato sul toro.

Mosaico, Teseo ed il Minotauro – Wikipedia, pubblico dominio
Teseo riuscì nell’impresa, ma al suo ritorno trovò la capanna silenziosa: Ecale era morta.
Colpito da quella generosità disinteressata, Teseo volle onorarne la memoria. Istituì in suo nome le feste Ecalesie, dedicate a Zeus Hecalesios, al quale fu anche consacrato un tempio.
In segno di gratitudine e rispetto, il suo nome venne dato anche a uno dei demi dell’Attica.

Un papiro contenente un testo degli Aitia di Callimaco – Wikipedia, pubblico dominio
Questo episodio ispirò anche il poeta Callimaco di Cirene, figura centrale dell’età ellenistica. Nel suo epillio (un breve poema dal tono epico) dedicato a Ecale, Callimaco compie una scelta significativa: a dare il titolo all’opera non è l’eroe Teseo, ma proprio la vecchia donna. È lei, e non il guerriero, a essere messa al centro del racconto.
Con questa inversione simbolica, Callimaco introduce uno dei tratti distintivi della sua poetica: il motivo eziologico, ovvero la spiegazione mitica dell’origine di usanze, feste e culti. In effetti, gran parte della sua opera – inclusi gli Aitia (Le Cause) – è dedicata a raccontare come, attraverso eventi straordinari o apparentemente marginali, siano nate le tradizioni del mondo greco.
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