
Tieste e Atreo, dipinto di Giovanni Francesco Bezzi – Illustrazione della storia del furto del vello d’oro – Wikipedia, pubblico dominio
Tieste, accecato dal desiderio di vendetta contro il fratello Atreo, che lo aveva esiliato da Micene e ucciso i suoi figli, si rivolse all’oracolo di Delfi in cerca di consiglio.
L’oracolo gli suggerì di concepire un figlio con la propria figlia.
Una notte, mentre Pelopia stava offrendo un sacrificio ad Atena Colocasia, Tieste la sorprese e, senza rivelare la propria identità, la violentò. Durante la colluttazione, Pelopia riuscì a sottrargli la spada e la nascose sotto il piedistallo della statua di Atena.
Tieste, accortosi della perdita dell’arma, temette di essere riconosciuto e fuggì in Lidia.
Intanto, Atreo, desideroso di riconciliarsi con il fratello, si recò a Sicione, dove conobbe Pelopia. Credendola figlia del re Tesproto, se ne innamorò e la sposò.
Tempo dopo, Pelopia diede alla luce un figlio, frutto della violenza subita da Tieste. Disperata, lo abbandonò su una montagna, ma alcuni pastori lo trovarono e lo nutrirono con il latte di una capra, da cui derivò il nome Egisto, ovvero “colui che ha ricevuto forza da una capra“. Atreo, convinto che il bambino fosse suo, lo accolse e lo allevò come proprio erede.

Vista generale del tempio di Apollo a Delfi – Wikipedia – Foto: Inkey, opera propria rilasciata con licenza CC BY-SA 3.0
Nel frattempo, una grave carestia colpì Micene, spingendo Atreo a inviare i suoi figli, Agamennone e Menelao, a Delfi per interrogare l’oracolo. Durante il viaggio, i due giovani si imbatterono casualmente in Tieste e lo riportarono a Micene, dove Atreo lo imprigionò.
Per porre fine alla faida, Atreo ordinò a Egisto di uccidere Tieste nel sonno. Tuttavia, il vecchio, allertato dal minimo rumore, riuscì a disarmare il giovane con un calcio e, riconoscendo la propria spada, lo interrogò sulla sua origine. Egisto rivelò che l’arma gli era stata data dalla madre.
Tieste, comprendendo la verità, fece chiamare Pelopia, che, sconvolta dalla rivelazione, si tolse la vita trafiggendosi con la stessa spada. Egisto, impugnata l’arma ancora insanguinata, si recò da Atreo, il quale, ignaro di tutto, lo accolse festoso.
Durante una cerimonia di ringraziamento a Zeus sulla spiaggia, Egisto lo assassinò, permettendo a Tieste di riconquistare il trono di Micene. Tuttavia, il suo regno non durò a lungo: Agamennone, con l’aiuto di Tindareo, riconquistò la città e costrinse Tieste all’esilio.

Pierre-Narcisse Guérin – Egisto sollecita Clitennestra esitante prima di uccidere Agamennone – Wikipedia, pubblico dominio.
Durante la guerra di Troia, Egisto, rimasto nel Peloponneso, tentò di sedurre Clitennestra.
Ermete, inviato da Zeus, lo ammonì sul destino che lo attendeva: Oreste, figlio di Agamennone, avrebbe cercato vendetta. Ma Egisto ignorò l’avvertimento e si recò a Micene, colmo di doni ma con l’odio nel cuore.
Inizialmente Clitennestra lo respinse, ma dopo che Egisto fece uccidere il vecchio aedo Demodoco, incaricato da Agamennone di proteggerla, si lasciò sedurre e visse con lui fino al ritorno del marito.
Quando Agamennone tornò in patria, una vedetta di Egisto lo avvisò.
Egisto lo invitò allora a un banchetto e, con l’aiuto di venti uomini nascosti, lo assassinò insieme ai suoi compagni. Alcune versioni narrano che anche Clitennestra partecipò al delitto, uccidendo Cassandra, la concubina di Agamennone.
Nei poeti tragici, le circostanze variano: Agamennone viene ucciso talvolta durante il banchetto, altre volte nel bagno.

Bernardino Mei – Oreste uccide Egisto e Clitemnestra, Siena, Palazzo Salimbeni – Wikipedia, pubblico dominio
Dopo l’omicidio, Egisto regnò su Micene per sette anni, finché Oreste, ormai adulto, non tornò per vendicare il padre, uccidendolo.
Questi eventi costituiscono il fulcro della trilogia di Eschilo, l'”Orestea”, e sono ripresi anche in alcune tragedie di Sofocle ed Euripide.
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