Metopa raffigurante Elio che esce dal mare. Rinvenuta all’angolo Nord-Est del tempio di Atena a Troia da Heinrich Schliemann nel 1872, e risalente al IV secolo a.C., è oggi conservata presso il Pergamonmuseum di Berlino. – Wikipedia, pubblico dominio

Elio, nella mitologia greca, rappresentava il Sole come corpo celeste e portatore di luce, e fu successivamente assimilato alla figura di Apollo.
Figlio del titano Iperione, la più antica personificazione del Sole, e di Teia, Elio era fratello di Selene (la Luna) ed Eos (l’Aurora). Nel mito, veniva celebrato come il dio “che cammina al disopra” di tutte le cose.

Ogni mattina, risvegliato dal canto del gallo, suo animale sacro, Elio attraversava il cielo sulla sua quadriga trainata da cavalli splendenti dai nomi evocativi: Piroide, Eoo, Etone e Flegone.
Partendo dal suo magnifico palazzo a oriente, nella Colchide, giungeva a un altrettanto fastoso palazzo a occidente. Dopo aver sciolto i cavalli e lasciatili a pascolare nelle Isole dei Beati, tornava a oriente percorrendo il fiume Oceano su una nave dorata costruita da Efesto, dove riposava in una comoda cabina.

Ludovico Carracci – Caduta di Fetonte – Wikipedia, pubblico dominio

L’immagine del Sole, inizialmente rappresentato come una ruota fiammeggiante, si evolse in quella di un carro luminoso trainato da destrieri infuocati.
Elio sposò Perseide, figlia di Oceano e Teti, e da lei ebbe diversi figli, tra cui la maga Circe, Eete (re della Colchide), Pasifae (moglie di Minosse) e Perse. Quest’ultimo, spodestando il fratello Eete, fu ucciso dalla nipote Medea.

Elio ebbe anche figli da altre unioni:

  • Rodo, una ninfa che gli diede sette figli, gli Eliadi.
  • Climene, sorella di Perseide, madre di Fetonte e di cinque figlie, anch’esse chiamate Eliadi.
  • Leucotoe, figlia di Orcamo ed Eurinome.

Tra i suoi figli si annoverano Augia, re dell’Elide, e il famoso Fetonte. Quest’ultimo, in un episodio narrato da Ovidio nelle Metamorfosi, convinse il padre a lasciargli guidare il carro del Sole, ma la sua inesperienza causò una catastrofe. Dopo aver surriscaldato e inaridito la Terra, Fetonte fu colpito da Zeus e precipitò nel fiume Eridano (il Po).

Elio è anche descritto come un pastore divino. Nell’isola di Trinacria (identificata con la Sicilia), possedeva sette mandrie di giovenche e altrettanti greggi di pecore, ciascuno composto da cinquanta capi, il cui numero restava invariato. Custodite dalle sue figlie Fetusa e Lampezia, queste mandrie erano simboli dell’anno primitivo, composto da trecentocinquanta giorni e notti.

Stanisław Wyspiański – Eos, Phosphoros, Hesperos, Helios – Disegno a matita, Museo Nazionale di Varsavia. – Wikipedia, pubblico dominio

Anche nell’epopea omerica Elio appare come custode delle sue sacre mandrie. I compagni di Odisseo, rubandone alcune, provocarono la collera del dio.
Simili episodi si ripetono nei miti: il gigante Alcioneo rubò i bovini di Elio, mentre gli Argonauti resistettero alla tentazione.
Elio prestò persino la sua nave d’oro a Eracle, permettendogli di raggiungere l’isola di Erizia per catturare le mandrie di Gerione.

Tavola raffigurante Cibele, un sacrificio votivo e il dio del sole. Ai Khanoum, III secolo a.C. (Museo Nazionale dell’Afghanistan) – Wikipedia, pubblico dominio

Rodi fu la terra prediletta di Elio. Quando Zeus distribuì le terre agli dèi, inizialmente dimenticò di assegnare un dominio a Elio. In segno di cortesia, il dio si accontentò dell’isola di Rodi, appena emersa dal mare, e vi stabilì la sua dimora. Qui generò sette figli e una figlia, Elettriona, venerata come semidea. Zeus aggiunse anche la Sicilia ai suoi possedimenti dopo la battaglia con i Giganti.

Elio aveva un ruolo di rivelatore e giudice delle colpe, sia degli uomini che degli dèi. Per questo, veniva invocato durante giuramenti e testimonianze. Nei miti, Elio rivelò a Demetra il rapimento di Persefone e informò Efesto della relazione segreta tra Ares e Afrodite.

Johann Heiss – Efesto sorprende Venere e Marte in convegno amoroso – Wikipedia, pubblico dominio

 

Con il tempo, Elio fu identificato con Apollo, assumendo il titolo di Febo, il dio onniveggente e profetico.
A Rodi, il culto di Elio fu celebrato con feste grandiose che comprendevano gare ginniche e musicali. La sua statua colossale, il famoso Colosso di Rodi, era considerata una delle sette meraviglie del mondo.

Animali sacri ad Elio erano il gallo, simbolo del giorno, e i cavalli bianchi e rossi. Sebbene il suo culto declinò in alcune regioni con l’arrivo di nuove popolazioni, tracce della sua venerazione sono presenti anche a Roma.

 

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