Nella mitologia greca, l’Empusa è una creatura spaventosa, associata alle tenebre e agli incubi. Figlia della dea Ecate, sovrana della magia e degli spettri, l’Empusa è descritta come un mostro dalle sembianze femminili, capace di mutare forma per ingannare le sue vittime. Il suo aspetto più noto è quello di una figura alta e magra, con un piede d’asino e uno di bronzo, un dettaglio che tradisce la sua natura soprannaturale.

Rappresentazione in triplice forma di Ecate. Marmo, copia romana da originale di epoca ellenistica. – Musei Vaticani – Wikipedia, pubblico dominio

Le Empuse erano considerate spiriti maligni che vagavano di notte, attirando i viandanti con la loro bellezza illusoria. Secondo i racconti, esse si nutrivano di carne umana, specialmente di giovani uomini che seducevano prima di divorarli. Si diceva che potessero assumere l’aspetto di affascinanti donne, ma al momento dell’attacco rivelavano il loro volto mostruoso, con occhi ardenti e denti affilati.

Queste creature erano particolarmente temute nell’antica Grecia, e si racconta che i viaggiatori le scacciassero urlando insulti o recitando formule magiche. Alcuni studiosi vedono in esse un archetipo del vampiro o della lamia, figure presenti in molte culture.

L’Empusa, con la sua natura ingannatrice e la sua sete di sangue, incarna le paure più profonde dell’umanità: il terrore del buio, l’inganno mortale e la fragilità dell’essere umano di fronte all’ignoto.
Ancora oggi, il suo mito continua a ispirare racconti di orrore e creature spettrali.

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