Nell’antica Grecia, Eolo era la divinità che governava e regolava i venti. Conosciuto nella mitologia romana come Eolus, era figlio di Poseidone e di Arne, e dimorava nelle isole Eolie, l’arcipelago a nord della Sicilia.
Fu Zeus in persona ad affidargli il compito di dominare le correnti d’aria, che Eolo teneva rinchiuse in profonde caverne o, secondo altre versioni, in un otre conservato sull’isola di Lipari.

Eolo, il custode dei venti (elaborazione digitale di una vecchia rappresentazione in marmo) – Wikipedia, pubblico dominio
Tra i venti da lui controllati, spiccano quattro fratelli legati ai punti cardinali principali:
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- Borea, il vento del nord, impetuoso e gelido, capace di scatenare bufere. Si racconta che, invaghitosi delle cavalle di Dardano, si trasformò in stallone e da quell’unione nacquero dodici puledri, veloci come il vento stesso.
- Zefiro, il vento dell’ovest, mite e benefico, annunciatore della primavera e portatore di giornate serene.
- Euro, il vento dell’est, associato al bel tempo ma anche alla siccità.
- Austro, il vento del sud, caldo e umido, che spesso precede piogge torrenziali.
Oltre a questi, la mitologia menziona altri venti minori, ciascuno con caratteristiche peculiari:
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- Libeccio, il vento sud-occidentale, avvolto dalla nebbia.
- Cecia, vento del nord-est, descritto come un vecchio con la coda di serpente e un piatto di olive in mano.
- Apeliote, vento del sud-est, associato ai frutti maturi che porta con sé.
- Schirone, vento del nord-ovest, raffigurato con un’urna colma d’acqua da versare sulla terra.
Eolo ebbe dodici figli, sei maschi e sei femmine. Secondo la leggenda, vissero con lui in armonia e si sposarono tra loro, dando origine a nuovi venti. Tutti erano molto stimati per le loro virtù e per la fama del padre. Tra loro spicca Giocasto (o Iocastro), considerato il mitico fondatore della città di Reggio Calabria. Alcune tradizioni narrano che la città sorse nei pressi della sua tomba, dove fu sepolto dopo essere stato morso da un serpente.
Eolo era noto per la sua giustizia, la pietà e l’ospitalità. Si dice che insegnò l’uso della vela ai marinai e che, osservando i presagi del fuoco, fosse in grado di prevedere i venti, guadagnandosi così l’appellativo di dispensatore dei venti e amico degli dei immortali.

Isaac Moillon – Eolo dona i venti a Ulisse – Wikipedia, pubblico dominio
Celebre è l’episodio narrato nell’Odissea, quando Ulisse, reduce dalla guerra di Troia, approdò alle isole Eolie.
Eolo lo accolse con benevolenza, commosso dalle sue vicende, e gli donò un otre di pelle contenente tutti i venti contrari alla navigazione, così che potesse tornare in patria senza ostacoli.
Ulisse, durante il viaggio, liberò solo il dolce Zefiro, il vento favorevole. Ma mentre dormiva, i suoi compagni, convinti che l’otre contenesse ricchezze, lo aprirono. Ne scaturì una tempesta furiosa che disperse la flotta. Solo la nave di Ulisse riuscì a sopravvivere all’ira dei venti.
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