François Boucher – Erato, la musa della poesia d’amore – Wikipedia, pubblico dominio

Nella mitologia greca, Erato è una delle nove Muse, figlia di Zeus e di Mnemosine, la dea della memoria. A lei è affidato il compito d’ispirare la poesia amorosa e il canto corale, arti legate all’emozione e all’armonia.

Viene spesso rappresentata come una giovane donna affascinante, ornata con una corona di mirti e rose, simboli di amore e bellezza. Nella mano tiene una lira, lo strumento musicale per eccellenza delle Muse, mentre accanto a lei compare un Amorino, a sottolineare la sua connessione con Eros e il sentimento amoroso.

Il suo nome, secondo l’interpretazione di Apollonio Rodio che le rivolge un’invocazione all’inizio del terzo libro delle Argonautiche, deriverebbe proprio da Eros, e significherebbe “Amabile”.

Erato è menzionata insieme alle altre Muse nella Teogonia di Esiodo. Era anche protagonista di un poema ormai perduto, la Radina, il cui proemio la invocava come ispiratrice. Questa storia, ricordata da Strabone, raccontava una struggente vicenda d’amore: la tomba della sfortunata Radina, situata sull’isola di Samo, divenne meta di pellegrinaggi da parte di innamorati infelici già al tempo di Pausania.

Charles Meynier – Erato, musa della poesia lirica – Cleveland Museum of Art – Wikipedia, pubblico dominio

Anche Platone, nel Fedro, associa Erato all’amore, accentuandone il carattere ispiratore del sentimento passionale. Tuttavia, ai tempi di Apollonio Rodio, nel III secolo a.C., le Muse non erano ancora rigidamente legate a singole arti, come avverrà nelle epoche successive.

La tradizione attribuisce a Erato anche alcuni figli: Tamiri, un celebre suonatore di lira, poeta e cantore, e Cleomene, che in seguito sposò Flegias. Da unione con Arcade, nacque infine Azano.

 

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