L’amore (Eros) per crescere ha bisogno di essere corrisposto (Anteros).
Eros, conosciuto dai Romani come Cupido, è il dio greco dell’amore e del desiderio, una figura capace di influenzare tanto il cuore degli uomini quanto quello degli dèi.
Sebbene la poesia omerica non lo menzioni come divinità autonoma, Eros emerge nella mitologia successiva con un duplice ruolo: forza creatrice primordiale e inseparabile compagno della dea Afrodite.
Secondo alcune tradizioni, Eros è una potenza teogonica primigenia, nato dal Caos, o come figlio della Notte e del Giorno, o ancora come discendente del Cielo e della Terra. In questa veste, rappresenta l’impulso amoroso che unisce gli elementi cosmici e dà origine alla vita. Altre versioni, più tarde, lo descrivono come figlio di Afrodite, dea della bellezza e dell’amore, mentre alcune tradizioni alternative lo indicano come nato da Ilizia (dea della nascita), da Zeus o dall’unione di Zefiro e Iride.
Accanto a Eros si trovano spesso altre divinità legate all’amore, come Imero (il desiderio) e Poto (la brama). In molte occasioni, viene adorato insieme ad Afrodite, sottolineando il legame indissolubile tra amore e bellezza.
Dettaglio statua di Eros, fontana commemorativa di Piccadilly Circus a Londra – Foto di Geoffrey Hyland da Pixabay
Eros è protagonista di numerosi racconti mitologici, spesso per il suo ruolo nell’influenzare le vicende divine e umane con il suo arco e le sue frecce infallibili.
Durante la rivolta dei Giganti contro gli dèi, il suo intervento fu decisivo: ferendo Porfirione con una freccia, trasformò la furia omicida del gigante in un desiderio incontrollabile per Era. Questo distrasse il gigante, permettendo a Zeus di abbatterlo con una folgore.
Un’altra celebre storia lega Eros alla spedizione degli Argonauti. Quando Giasone si accinse a recuperare il Vello d’Oro, Era e Atena chiesero ad Afrodite di intervenire. La dea convinse Eros a scoccare una freccia che fece innamorare perdutamente Medea, figlia di re Eete, di Giasone. La passione di Medea si rivelò determinante per il successo dell’impresa.
Eros fu venerato in diversi luoghi della Grecia, tra cui Tespie in Beozia, dove celebri scultori come Prassitele e Lisippo gli dedicarono statue.
A Tespie si tenevano ogni quattro anni le Erobie, competizioni ginniche e musicali in suo onore, celebrate anche in epoca romana. Anche a Pario sull’Ellesponto esistevano importanti luoghi di culto dedicati a lui.
Il dio era particolarmente venerato nelle palestre, simbolo dell’amicizia e dell’affetto tra uomini e giovani.
Spartani e Cretesi sacrificavano a Eros prima delle battaglie, e a Samo gli furono dedicati un ginnasio e le festività delle Eleuterie. Ad Atene, Eros era onorato come patrono della libertà accanto agli eroi Armodio e Aristogitone.
La poesia e l’arte rappresentano spesso Eros come un giovane birichino, talvolta un bambino alato con arco e frecce, simbolo della forza irresistibile dell’amore. In rare occasioni, come in un frammento di Anacreonte, appare come un giovane forte e vigoroso.
Tuttavia, la sua immagine più ricorrente è quella di un fanciullo che, con malizia e leggerezza, domina dèi e uomini, suscitando desiderio, passione e persino caos.
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