In un’epoca remota e arcaica, ben prima che gli Dei del pantheon classico esercitassero il loro potere, il mondo era dominato da una sola entità sovrana: la Dea Universale, la “Signora di Tutte le Cose.”
Era lei a governare la natura e le sue creature, ed era la donna a regnare sull’uomo. La sua capacità misteriosa e incomprensibile di generare vita la rendeva un essere sacro, e la successione era matrilineare, poiché la paternità non aveva alcun significato in quel tempo primordiale.

L’Uovo Orfico rappresentato da Jacob Bryant (1774) – Wikipedia, pubblico dominio

Il nome di questa Dea era Eurinome, che significa “Colei che vaga in ampi spazi.
Eurinome emerse dal Caos primordiale, trovandosi sospesa in un universo informe. Non avendo un terreno solido su cui posare i piedi, separò il cielo dal mare e cominciò a danzare sopra le onde, creando ordine dal disordine. Era nuda e avvertiva il freddo; per scaldarsi, danzava, dirigendosi verso il Sud in un movimento ritmico e sensuale.
Il suo movimento generò un vento alle sue spalle, un turbinio che la costrinse a voltarsi. Quel vento era Borea, il Vento del Nord, che lei afferrò con le mani e sfregò tra le dita. Dalla sua danza e dal suo tocco, il vento prese forma e divenne un serpente, che Eurinome chiamò Ofione.
La presenza del serpente suscitò in lei il desiderio di creare, di generare vita. Riprese a danzare, e la sua danza divenne sempre più fluida e ipnotica, una celebrazione del potere creativo.

Ofione, travolto dalla passione, si avvolse intorno a lei, e i due si unirono. Eurinome, colma di energia creativa, prese la forma di una colomba e volò nei cieli. Quando giunse il momento, depose l’Uovo Cosmico, la culla del futuro universo. Ordinò a Ofione di avvolgersi attorno all’uovo per sette volte, fino a che l’uovo si schiuse, rivelando il Creato: il Sole, la Luna, le stelle, i pianeti, la Terra, e tutte le sue meraviglie.

Con il mondo formato, Eurinome creò i Titani e le Titanesse, affidando loro la cura dei pianeti e delle loro funzioni cosmiche:

    • Tia e Iperione divennero i custodi del Sole, simbolo di luce e vitalità.
    • Febe e Atlante vegliarono sulla Luna, rappresentando la magia e il mistero.
    • Dione e Crio presiedettero a Marte, legato alla crescita e alla forza vitale.
    • Temi ed Eirimedonte si presero cura di Giove, simbolo della legge e dell’autorità.
    • Meti e Ceo custodirono Mercurio, incarnazione della saggezza e dell’ingegno.
    • Teti e Oceano furono i guardiani di Venere, che rappresentava l’amore e la bellezza.
    • Rea e Crono divennero i signori di Saturno, pianeta della pace e del tempo ciclico.

Ognuno di questi corpi celesti rifletteva un aspetto della natura e un principio universale, legandosi indissolubilmente al cosmo.

Eurinome e Ofione si stabilirono sul Monte Olimpo, ma presto la loro unione si incrinò. Ofione cominciò a vantarsi, sostenendo di essere il creatore dell’universo. La Dea, furiosa per la sua arroganza, lo punì. Lo colpì con un calcio violento, spezzandogli i denti e relegandolo nelle profondità della Terra. Da quel momento nacque l’eterna inimicizia tra donna e serpente, un conflitto che riecheggia persino nel racconto biblico della Genesi.

Si narra che dai denti spezzati di Ofione nacquero i Pelasgi, il primo popolo umano. Il loro progenitore, Pelasgo, insegnò agli uomini l’arte dell’agricoltura e della pastorizia, dando inizio alla civiltà.

Con il tempo, l’era del matriarcato giunse al termine. Il mito patriarcale di Urano, che sposò la Dea Universale assumendo il ruolo di Padre-Progenitore, segnò l’inizio del declino del potere femminile. L’antica Dea Madre, pur continuando a essere venerata, venne gradualmente relegata a ruoli subordinati o simbolici.

Raffaello – Le tre Grazie – Wikipedia, pubblico dominio

In epoche successive, la Grande Dea generò le Grazie (Carite, Pasitea e Cale) come manifestazione del suo aspetto più benigno e amorevole. Allo stesso tempo, però, fu associata anche alle Moire, le dee del destino, che incarnavano il suo lato più severo e intransigente. Il passaggio definitivo al patriarcato era ormai compiuto.

Nonostante il declino della sua figura, il mito di Eurinome e della Dea Universale rimane una potente rappresentazione del potere creativo femminile. Essa incarna l’energia primordiale della vita, la connessione profonda con la natura e il cosmo, e il mistero della creazione.
Ancora oggi, la sua storia ci invita a riflettere sull’equilibrio tra maschile e femminile, ordine e caos, dominio e armonia.

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