Francisco José de Goya y Lucientes nacque il 30 marzo 1746 a Fuendetodos, un piccolo villaggio dell’Aragona, vicino a Saragozza. Quarto di sei figli, proveniva da una famiglia di modesta borghesia, suo padre era un maestro doratore. Fin da giovane, Goya dimostrò una grande passione per l’arte, che lo portò a studiare pittura sotto la guida di José Luzán Martínez.
Nel 1769, attratto dall’arte di maestri come Tiepolo, che aveva avuto modo di conoscere in Spagna, decise di viaggiare in Italia per approfondire la sua formazione. Al suo ritorno in patria, si stabilì a Saragozza, dove ricevette un’importante commissione: dipingere affreschi per la basilica del Pilar.
Questo incarico segnò l’inizio del suo successo, anche grazie all’influenza dei cognati Ramón e Francisco Bayeu, anch’essi pittori di spicco. Nel 1774, Goya fu incaricato di creare i cartoni per gli arazzi destinati alla Reale Fabbrica di Santa Barbara, un lavoro che occupò gran parte della sua carriera.
Durante la sua vita, Goya fu colpito da una grave malattia che lo rese progressivamente sordo, ma nonostante ciò continuò a dipingere. L’invasione napoleonica della Spagna nel 1808 e le conseguenti violenze che devastarono il paese segnarono profondamente l’artista. Questo dramma trova espressione nelle sue incisioni intitolate “I disastri della guerra” (1810-1820) e in due delle sue opere più celebri: “Il 2 maggio 1808” e “Il 3 maggio 1808“, entrambi dipinti nel 1814, che ritraggono momenti cruciali della rivolta spagnola contro l’occupazione
Con il passare degli anni, Goya cadde in disgrazia presso la corte e decise di ritirarsi nella sua casa di campagna, conosciuta come la “Quinta del Sordo“. Qui dipinse le sue famose “Pitture nere“, un ciclo di opere dal tono inquietante e visionario, che riflettono le angosce e le paure dell’artista.
Nel 1824, a causa del clima politico in Spagna, Goya si trasferì in Francia, stabilendosi a Bordeaux. Qui trascorse gli ultimi anni della sua vita, fino alla sua morte, avvenuta il 16 aprile 1828.
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