Gabriele D’Annunzio, nato a Pescara nel 1863, è stato una figura centrale della cultura italiana e uno dei massimi esponenti del Decadentismo.
Poeta, scrittore, militare e politico, si distingue non solo per la sua produzione letteraria, ma anche per la sua vita avventurosa e il coinvolgimento nelle vicende storiche del suo tempo.
Acclamato come il “Vate”, D’Annunzio si considerava un interprete e promotore della grandezza italiana, incarnando un ideale di vita che suscitava ammirazione.
La sua carriera letteraria iniziò precocemente, pubblicando il suo primo libro di poesie, Primo Vere , a soli 16 anni.
Gabriele D’Annunzio fu uno dei più abili interpreti delle correnti letterarie e filosofiche europee del suo tempo.
Nelle sue opere abbracciò un intenso sensualismo e un estetismo raffinato e quasi pagano, come ben rappresentato nel romanzo Il Piacere (1889)
Durante la Prima Guerra Mondiale, D’Annunzio abbracciò l’attivismo militare, distinguendosi per azioni spettacolari come il volo su Vienna e la beffa di Buccari, imprese che contribuirono a costruire la sua immagine di eroe nazionale.
Dopo la guerra, il suo spirito avventuroso lo spinse all’occupazione della città di Fiume nel 1919, dove proclamò un governo autonomo e visionario, anticipando tendenze politiche nazionaliste che avrebbero segnato l’Italia negli anni successivi.
Pur avvicinandosi al fascismo, mantenne sempre una certa distanza critica, atteggiamento che gli causarono attriti con Mussolini e perfino minacce da parte di alleati del regime.
Accanto alla sua attività politica, D’Annunzio fu noto per la sua vita mondana e le relazioni sentimentali, tra cui spicca quella con l’attrice Eleonora Duse, che alimentò ulteriormente la sua fama di uomo affascinante e controverso.
D’Annunzio morì nel 1938 nella sua villa a Gardone Riviera, lasciando un’impronta indelebile sulla cultura italiana, ricordato come un innovatore della letteratura e un protagonista delle vicende politiche della sua epoca, capace di incarnare, nel bene e nel male, un’idea di grandezza e vitalità che superava i confini della sua stessa concezione di vita.