Galantide, figlia del tebano Proteo, è una figura minore ma cruciale della mitologia greca, conosciuta per il suo ruolo determinante nella nascita di Alcide, il futuro Eracle.
A seconda delle versioni del mito, è descritta come amica intima o ancella di Alcmena, la donna destinata a dare alla luce il più grande degli eroi greci, figlio di Zeus.
Quando Alcmena, sposa di Anfitrione, giunse al termine della sua gravidanza, Era, moglie gelosa di Zeus, si adoperò con ogni mezzo per ostacolare la nascita del bambino.
In preda alla rabbia per l’infedeltà del marito divino, Era ordinò a Ilizia, la dea del parto, e alle Moire, le tessitrici del destino, di impedire ad Alcmena di dare alla luce il bambino.
Seguendo il comando della regina degli dèi, le tre divinità si sedettero davanti alla porta della stanza di Alcmena con le gambe incrociate e le mani intrecciate, simbolicamente bloccando il parto con un potente sortilegio.
In questo momento di disperazione, Galantide, fedele ad Alcmena, ebbe un’idea astuta per sconfiggere l’inganno divino. Con grande prontezza di spirito, si avvicinò a Ilizia e alle Moire e annunciò con entusiasmo che il bambino era già nato. La notizia colse di sorpresa le divinità, che, turbate e confuse, si alzarono e sciolsero il loro incantesimo per verificare la situazione. Questo gesto inconsapevole infranse il blocco magico, permettendo ad Alcmena di partorire Alcide senza ulteriori impedimenti.
Quando le divinità scoprirono l’inganno, era ormai troppo tardi: il neonato, destinato a diventare Eracle, era venuto al mondo. La loro sconfitta segnò un momento di trionfo per Galantide, che aveva dimostrato come l’astuzia umana potesse talvolta prevalere anche contro il potere divino.
La vittoria di Galantide, tuttavia, non rimase impunita. Era, furiosa per essere stata ingannata e per la nascita del figlio di Zeus, decise di vendicarsi. Scagliò una maledizione su Galantide, trasformandola in una donnola. Come ulteriore punizione, decretò che la donnola, ormai priva della sua forma umana, fosse costretta a partorire i propri cuccioli dalla bocca, un simbolo di deformazione e umiliazione.
Nonostante la sua tragica fine, il mito di Galantide resta un esempio di coraggio e fedeltà. La sua astuzia e il suo sacrificio hanno avuto un impatto determinante sul destino di Eracle, permettendo la nascita di uno degli eroi più celebrati della mitologia greca.
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