Affresco del pavimento di Qasr al-Hayr al-Gharbi, Siria, scena: Gaia (Gea) e centauri del mare – Wikipedia, pubblico dominio

Gea, anche chiamata Gaia, è la dea primordiale della Terra nella mitologia greca.
Emersa dal Caos, la dea generò da sola Urano, il Cielo, le Montagne e Ponto, che rappresentava il mare. La sua unione con Urano diede vita a creature potentissime e terrificanti. Tra i primi figli, quasi umani, vi furono gli Ecatonchiri, giganti dalle cento braccia: Briareo, Gige e Cotto. Successivamente, nacquero i Ciclopi, esseri monocoli, feroci e abilissimi fabbri: Bronte, Sterope e Arge. Temendo la loro potenza, Urano esiliò i Ciclopi nel Tartaro.

Dal rapporto tra Gea e Urano nacquero poi i Titani, sei maschi (Oceano, Ceo, Crio, Iperione, Giapeto e Crono) e sei femmine (Teia, Rea, Temi, Mnemosine, Febe e Teti).
Addolorata per il destino dei suoi figli rinchiusi nel Tartaro, Gea incitò i Titani a ribellarsi contro il padre. 

Vasari e Gherardi – Crono (Saturno) castra suo padre Urano – Wikipedia, pubblico dominio

Crono, il più giovane e ambizioso dei Titani, accettò la sfida. Con un falcetto di selce, colse Urano nel sonno e lo evirò brutalmente, gettando i suoi genitali nel mare. Da quelle gocce di sangue cadute sulla terra nacquero nuove figure mitologiche: le Erinni, dee della vendetta, i Giganti e le Ninfe del frassino, chiamate Melie.

Tessuto copto con rappresentazione di Gaia-Iside in un medaglione (Egitto. IV secolo d.C., diametro 25 cm) Museo dell’Ermitage – Wikipedia, pubblico dominio

Dopo la caduta di Urano, Gea si unì a Ponto, generando con lui divinità legate al mare, tra cui Nereo, Taumante, Forcide, Ceto ed Euribia.

Nel frattempo, i Titani liberarono i Ciclopi e affidarono il dominio del mondo a Crono. Tuttavia, il nuovo sovrano, proprio come suo padre, si rivelò spietato. Anche lui esiliò nuovamente i Ciclopi e gli Ecatonchiri nel Tartaro, prendendo sua sorella Rea come moglie e iniziando a governare.

Una profezia avvertì Crono che uno dei suoi figli lo avrebbe un giorno detronizzato. Per prevenire questo destino, egli cominciò a divorare i figli appena nati da Rea: prima Estia, poi Demetra, Era, Ade e Poseidone.
Disperata, Rea chiese aiuto a Gea, la quale le suggerì un piano per salvare il prossimo figlio. Quando nacque Zeus, Rea lo nascose a Creta, affidandolo alla cura della ninfa Adrastea, sua sorella Io e la capra Amaltea. Per ingannare Crono, gli consegnò una pietra avvolta in pannolini che il dio divorò.

Una volta cresciuto, Zeus si preparò a spodestare suo padre. Con l’aiuto di Gea, somministrò a Crono una pozione che lo costrinse a rigettare prima la pietra, poi i suoi fratelli e sorelle. Insieme a loro, Zeus liberò anche i Ciclopi e gli Ecatonchiri, i quali gli offrirono in dono il fulmine, il tridente per Poseidone e l’elmo dell’invisibilità per Ade

Seguì una guerra lunga dieci anni, conosciuta come la Titanomachia, in cui Zeus e i suoi alleati combatterono contro Crono e i Titani.
Alla fine, Zeus trionfò e confinò Crono e i Titani sconfitti nel Tartaro. Tuttavia, Gea non gradì la punizione inflitta ai Titani e, in segno di protesta, generò con Tartaro il mostruoso Tifone. Non solo, ma incitò anche i Giganti, guidati da Alcioneo e Porfirione, a ribellarsi contro gli dèi dell’Olimpo, dando inizio alla celebre Gigantomachia, un’altra feroce battaglia tra dèi e Giganti.

 

Nota

Nella mitologia romana, la figura di Tellus, corrispondente alla greca Gea, rappresentava la Madre Terra, venerata come l’origine e nutrice di tutti gli esseri viventi.

Parte centrale di un grande mosaico pavimentale, proveniente da una villa romana in Sentinum (ora noto come Sassoferrato, nelle Marche, Italia), ca. 200–250 E.V. Aion, il dio dell’eternità, si trova all’interno di una sfera celeste decorata con segni zodiacali, tra un albero verde e un albero nudo (rispettivamente estate e inverno). Di fronte a lui c’è la dea madre-terra, Tellus (la controparte romana di Gaia) con i suoi quattro figli, che forse rappresentano le quattro stagioni. – Wikipedia, pubblico dominio

Tellus incarnava la solidità e la stabilità della terra, motivo per cui era spesso invocata durante i terremoti, come simbolo di forza e continuità. Oltre a essere la divinità della fertilità e della vita, Tellus rivestiva anche un ruolo importante nei matrimoni, insieme a Giunone Pronuba, e nelle cerimonie funebri, assumendo una duplice funzione: come madre dei vivi e dei morti, garantendo il ciclo eterno di nascita e morte.

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