Giano, conosciuto in latino come Ianus, è la divinità che simboleggia gli inizi, sia concreti che astratti.
Figura centrale della religione romana, latina e italica, il suo culto risale a tempi arcaici, quando i riti degli antichi popoli italici erano strettamente legati ai cicli naturali di semina e raccolta.
Molti studiosi ritengono che, in epoca primitiva, Giano fosse la principale divinità del pantheon romano. Questo ruolo preminente è testimoniato dall’appellativo “Ianus Pater“, che continuò a essere utilizzato anche nei periodi successivi.
Nei frammenti del Carmen Saliare, un antico inno liturgico romano, Giano viene celebrato come il padre e il dio di tutte le divinità.
Secondo Varrone, in questi versi Giano è anche chiamato “Cerus“, ovvero “creatore“, a sottolineare il suo ruolo di iniziatore del mondo e di supremo artefice.
Marco Valerio Messalla Rufo, console e augure, scrisse che Giano modellò e governò l’universo, unendo gli elementi contrastanti della terra e dell’acqua, tendenti verso il basso, con il fuoco e l’aria, che si elevano verso l’alto. Il cielo, con la sua immensa forza, mantenne in equilibrio queste opposte energie.
Settimio Sereno lo definì il “principio degli dèi” e il “seminatore acuto di ogni cosa“. Giano, infatti, presiede ogni forma di inizio e ogni passaggio, sia fisico che simbolico: dalle soglie delle case alle porte, dai passaggi coperti agli archi, fino agli esordi di imprese, della vita umana, della storia, della religione e persino del mondo stesso. È considerato il propagatore dell’umanità, definito “Consivio“, in quanto responsabile della sua “semina“. A lui si attribuisce anche l’avvio della civiltà e delle istituzioni.
Nel calendario riformato da Numa Pompilio, a Giano fu dedicato il primo mese successivo al solstizio d’inverno, gennaio. Con la riforma giuliana del 46 a.C., gennaio divenne il primo mese dell’anno, rafforzando così l’associazione di Giano con i nuovi inizi.
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