Gige, o Gie, insieme ai suoi fratelli Cotto e Briareo, era uno dei temibili Centimani (Ecatonchiri), figli primogeniti di Urano e Gaia.
Questi esseri giganteschi, dotati di una forza inaudita e di cento braccia, suscitarono il timore del loro stesso padre. Urano, temendo di essere spodestato da loro, e disgustato dal loro aspetto mostruoso, deciso di incatenarli nelle oscure profondità del Tartaro.
Per secoli, Gige e Briareo rimasero prigionieri nei meandri dell’Oltretomba, condannati a un’esistenza di tormento e oscurità.
Tuttavia, con il passare del tempo, Gige riuscì a spezzare le sue catene, emergendo lentamente dal buio abisso per tornare nel mondo di superficie.
Il suo obiettivo era raggiungere il leggendario Pozzo di Asclepio, situato sull’isola di Leucade, dove si diceva fosse custodita l’ambrosia, un frutto divino creato dal Dio della medicina stesso. Questo frutto aveva il potere di guarire ogni malattia e, secondo le leggende, di riportare persino i morti in vita.
Il piano di Gige era audace: ottenere l’ambrosia e utilizzarla per rianimare Briareo, che nel frattempo era stato imprigionato e trasformato dalle Furie nella Prigione dei Dannati.
Con quel potere divino, avrebbe anche potuto ridare forza a Cotto, consentendogli di spezzare le catene che ancora lo trattenevano nel Tartaro. Uniti, i tre fratelli avrebbero reclamato il mondo che spettava loro di diritto
Ma la fuga dall’Oltretomba aveva indebolito enormemente Gige. Dopo aver sottratto l’ambrosia, il Centimane fu costretto a cadere in un lungo sonno rigeneratore. Prima di addormentarsi, però, riuscì a custodire il frutto sulla sua possente figura, che col tempo si trasformò nell’isola stessa su cui sorgeva il Tempio di Asclepio.
L’ambrosia, lasciata sulla superficie del suo corpo, cominciò a germogliare, e negli anni successivi diede vita a un maestoso albero, simbolo della potenza e del sacrificio dei Centimani
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