La vicenda di Giovanna di Castiglia rappresenta una delle storie più tragiche e affascinanti del Medioevo.
La sua figura ha sempre suscitato dibattiti: era una donna guidata da una passione smisurata o un’eminente figura emancipata, schiacciata dai doveri di stato e dalle rigide convenzioni sociali dell’epoca?
Fin dai primi resoconti, storici e biografi si sono confrontati su interpretazioni spesso contrastanti dei suoi comportamenti.

Master of Affligem – Giovanna di Castiglia – Wikipedia, pubblico dominio
Nata nel 1479 a Toledo, Giovanna era figlia di Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona, i regnanti che, pur avendo unificato la Spagna, mantennero il potere diviso tra i regni di Castiglia e Aragona secondo il patto matrimoniale.
La scelta di Toledo come luogo di nascita non fu casuale: fu un presagio del destino politico che l’avrebbe accompagnata.
Isabella, figura imponente e determinante nella vita familiare, adottava metodi inusuali per l’epoca, partorendo in diverse città della Spagna e persino viaggiando, nelle fasi finali della gravidanza, a dorso di una mula. Queste scelte, che oggi potremmo definire una strategia di comunicazione e valorizzazione dell’immagine reale, miravano a consolidare il nuovo progetto monarchico agli occhi dei sudditi.
Giovanna era la terza di cinque figli, destinati sin dalla nascita a ricoprire ruoli fondamentali nei vari stati europei. Tra loro, la sorella Caterina, che dopo la vedovanza del principe Arturo, avrebbe sposato Enrico VIII d’Inghilterra, dimostrando quanto il destino di questi giovani fosse intimamente legato alla politica internazionale.
L’infanzia della principessa fu segnata da solitudine e mancanza d’affetto, sacrificata per le esigenze del ragion d’ stato.
Silenziosa e riservata, Giovanna crebbe in un clima familiare dominato da una madre autoritaria, con cui s’innescarono conflitti che si intensificarono durante l’adolescenza. Fu in quegli anni che iniziarono a manifestarsi segnali di disturbi alimentari, precursori di quella che oggi identificheremmo come bulimia e anoressia, condizioni che l’avrebbero accompagnata per gran parte della sua vita.

Master of Affligem – Filippo il Bello e Giovanna di Castiglia nei giardini del castello di Bruxelles – Wikipedia, pubblico dominio
Nel 1496 la vita di Giovanna cambiò radicalmente: venne data in sposa a Filippo, detto “il Bello”, figlio di Massimiliano d’Asburgo.
Quell’unione, nata come alleanza strategica tra due potenti regni, si trasformò presto in una storia d’amore intensa e passionale. Giovanna, a soli 19 anni, si innamorò perdutamente del suo sposo, che aveva 23 anni, trovando nel nuovo ambiente della corte fiamminga un mondo affascinante, benché distante dalle tradizioni bigotte della sua terra d’origine. In un decennio, la coppia avrebbe avuto sei figli, tra cui il futuro imperatore Carlo V, simbolo di un impero sul quale “il sole non tramontava mai“.
Tuttavia, se per Giovanna l’amore sembrava eterno, per Filippo i sentimenti si affievolirono ben presto. Il principe, celebrato per il suo fascino, iniziò a frequentare altre amanti e a indulgere in piaceri mondani, trascurando i vincoli del matrimonio. Le conseguenti scenate di gelosia e disperazione, caratterizzate da urla, lanci di oggetti e digiuni prolungati, divennero di dominio pubblico. Le cronache dell’epoca raccontano di episodi in cui Filippo, in alcuni casi indifferente, in altri addirittura violento, reagiva alle manifestazioni emotive di Giovanna, contribuendo a farle guadagnare il triste soprannome di “la loca” (pazza).
La diffusione della sua “follia d’amore” allarmò non solo l’aristocrazia europea, ma anche la corte spagnola, preoccupata per il fragile equilibrio del progetto unificatore di Isabella e Ferdinando. Quest’ultimi, infatti, avevano già designato Giovanna come erede della Castiglia, nonostante le difficoltà personali della figlia.

Ferdinando, marito di Isabella e padre di Giovanna – Wikipedia, pubblico dominio
Successivamente, la coppia fu convocata in Spagna per un controllo dei possedimenti e per ottenere il riconoscimento del popolo. Giovanna accettò l’invito, seppur riluttante, temendo di essere manipolata per impedirle di rimanere accanto al suo amato in Fiandra. Filippo, dal canto suo, vedeva in quel viaggio l’occasione di ambire a un potere esclusivo sulla Spagna.
Durante quella visita, il crollo psicologico della principessa si aggravò: le manifestazioni di gelosia si intensificarono e si alternarono a digiuni e abbuffate, alimentando la sua reputazione di donna instabile e solitaria.

Testamento autografo di Isabella la Cattolica- Wikipedia, pubblico dominio
Con la morte di Isabella e il reggimento affidato a Ferdinando, la situazione peggiorò ulteriormente.
Impossibilitata a seguire Filippo nel ritorno in Fiandra, Giovanna fu confinata nel castello della Mata di Medina, segnando un duro colpo al suo destino.
Nel 1506, con la morte di Filippo – probabilmente a causa di complicanze virali – Giovanna si rifiutò di permettere la sua sepoltura, ordinandone l’imbalsamazione e mantenendo il corpo del marito al suo fianco. La regina trascorreva ore a parlare, accarezzare e baciare il cadavere, in un disperato tentativo di non perderlo del tutto. Quando una pestilenza costrinse l’abbandono di Burgos, dove era prigioniera, insistette perché il cadavere lo accompagnasse.
Consapevole del pericolo che quella situazione rappresentava per l’unità spagnola, Ferdinando decise di rinchiudere Giovanna nella fortezza di Tordesillas, dove rimase confinata per 46 anni. Durante quel lungo periodo, la regina, a conferma della sua instabilità, rifiutò per decenni sia la confessione che i sacramenti. Nel frattempo, il figlio Carlo V, che quasi non ebbe occasione di conoscere la madre, divenne imperatore, mentre altri membri della sua stirpe salivano su troni in tutta Europa.

Cattedrale di Granada: cripta con i sarcofaghi (a destra) di Giovanna e di Filippo il Bello; al centro i sepolcri dei Re Cattolici. – Wikipedia, pubblico dominio
Questa è la tragica storia di Giovanna di Castiglia: una vita segnata da passioni, doveri e un destino inevitabilmente intrecciato alla politica e agli intrighi del suo tempo.
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