Giovan Battista Cavalieri – Giuliano l’Apostata – Ritratti di imperatori romani, Roma, 1592 – Wikipedia, pubblico dominio

Flavio Claudio Giuliano, noto nella storia come Giuliano l’Apostata, nacque a Costantinopoli nel 331 dC, figlio di Giulio Costanzo, a sua volta figlio di Costanzo Cloro, e di Basilina.
La sua vita fu segnata fin dall’infanzia da eventi drammatici: nel 337 d.C. ancora bambino, sopravvisse alle violente epurazioni che colpirono la sua famiglia a Costantinopoli, durante le quali perse il padre e molti altri parenti. Solo lui e il fratellastro Costanzo Gallo riuscirono a salvarsi.

Educato inizialmente a Nicomedia sotto la guida del vescovo Eusebio, Giuliano trascorse la sua giovinezza nella villa imperiale di Macellum, in Cappadocia, dove ricevette una solida formazione in filosofia e retorica e venne introdotto al Cristianesimo.
Tornato a Costantinopoli, Giuliano si avvicinò al neoplatonismo, abbracciando così il politeismo e il misticismo. Questo allontanamento dalla fede cristiana lo portò ad essere accusato di apostasia, termine che deriva dal greco e significa “ribellione“. Proprio per aver rinnegato il Cristianesimo, passò alla storia con il nome di Giuliano l’Apostata.

Nel 354 d.C., dopo la condanna a morte del fratellastro Gallo, Giuliano si avvicina alla corte di suo cugino, l’imperatore Costanzo II, a Milano, per poi proseguire i suoi studi di filosofia ad Atene.
Ma il richiamo della politica e della guerra non tardò a raggiungerlo. Costanzo II lo richiamò a corte e, nel 355 d.C., gli conferì il titolo di Cesare, facendolo sposare con la sorella Elena. Poco dopo, Giuliano fu inviato in Gallia, dove si distinse nella difesa dell’Impero contro le incursioni dei Franchi e degli Alemanni, ottenendo una grande vittoria contro questi ultimi a Strasburgo.

Edward Armitage – Giuliano l’Apostata presiede una conferenza settaria, 1875 –Walker Art Gallery – –Wikipedia, pubblico dominio

Giuliano si impegnò nella riorganizzazione della Gallia e tentò un restauro del paganesimo, alimentando la tensione con Costanzo II.
Tuttavia, il confronto tra i due durò poco: nel 361 d.C., alla morte improvvisa di Costanzo, Giuliano fu acclamato Augusto dalle sue truppe e decise di marciare verso Oriente.
Giuliano intraprese una campagna militare contro i Persiani, con l’obiettivo di difendere i confini orientali dell’Impero. Tuttavia, durante uno scontro nei pressi del fiume Tigri nel 363 d.C., fu ferito mortalmente da un giavellotto. Morì il 26 giugno dello stesso anno, all’età di soli 31 anni, lasciando un’eredità complessa e controversa.

Giuliano l’Apostata, conosciuto anche come Giuliano II, è stato l’ultimo imperatore della dinastia costantiniana e l’ultimo sovrano romano apertamente pagano. La sua politica religiosa ei suoi tentativi di restaurare il paganesimo rappresentano un capitolo significativo nella storia dell’Impero Romano, specialmente nel contesto del crescente predominio del cristianesimo.
Giuliano intraprese una politica religiosa fortemente reattiva al cristianesimo, che nel IV secolo aveva ormai acquisito una posizione di predominio nell’Impero Romano, specialmente dopo le riforme di Costantino e la politica filocristiana dei suoi successori.
Giuliano voleva restaurare il culto tradizionale degli dèi romani, che ormai era in declino. Proclamò una serie di editti volti a promuovere la rinascita delle antiche religioni e rimuovere il cristianesimo dalla sua posizione privilegiata. Tuttavia, Giuliano non perseguitò apertamente i cristiani: evitò le violenze fisiche, ma cercò di minare la loro influenza.

 

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