
Alessandro Conte di Cagliostro, pseudonimo di Giuseppe Balsamo (1743-1795), alchimista e occultista italiano – Wikipedia, pubblico dominio
Giuseppe Balsamo: per alcuni un grande alchimista e guaritore, per altri un abile impostore. Nato a Palermo il 2 giugno 1743 da Pietro Balsamo e Felicita Bracconieri, crebbe in un ambiente modesto e, alla morte del padre, fu affidato al seminario di San Rocco. Qui iniziò il suo percorso formativo, che proseguì presso il convento dei Fatebenefratelli di Caltagirone, dove, al fianco di un frate speziale, apprese i primi rudimenti della farmacologia e della chimica.
La sua giovinezza rimane in gran parte avvolta nel mistero, fatta di viaggi e presumibili espedienti.

Ritratto di Lorenza Feliciani, moglie di Cagliostro – Wikipedia, pubblico dominio
Nel 1768, a Roma, sposò Lorenza Feliciani, una ragazza di appena quattordici anni, che lo accompagnerà in numerose avventure. Secondo i racconti dello stesso Cagliostro, avrebbe trascorso l’infanzia in luoghi esotici come La Mecca, studiando antichi misteri egizi sotto la guida di un sapiente di nome Altotas.
Tuttavia, queste affermazioni furono smentite dal monsignor Giuseppe Barberi, autore di un severo Compendio sulla sua vita redatto nel 1791, che lo accusò di truffe e inganni condotti in tutta Europa con la complicità della moglie.
Nel 1771, la giovane coppia partì per Londra, dove Balsamo fu imprigionato per debiti e costretto a lavorare come decoratore. L’anno successivo si trasferirono a Parigi, dove Lorenza si invaghì di un avvocato e finì incarcerata.
Dopo una riconciliazione, iniziarono nuove peregrinazioni tra Belgio, Germania, Napoli e Marsiglia, dove Balsamo si finse taumaturgo e offrì riti magici a pagamento. Scoperto l’inganno, dovette fuggire ancora: Spagna, Venezia, Cadice.
Fu nel 1776 che Giuseppe Balsamo rinasce con un nuovo nome: conte Alessandro di Cagliostro.
A Londra, si presenta come nobile e iniziato ai più profondi misteri esoterici. Viene accolto nella loggia massonica “La Speranza” insieme alla moglie, ormai conosciuta come la “celestiale Serafina”. Da questo momento, la sua vicenda prende una piega documentabile: tra il 1777 e il 1780 attraversa l’Europa centrale, conquistando salotti, corti e logge con il suo carisma, la sua presunta sapienza alchemica e la promessa di rigenerazione fisica e spirituale attraverso il “rito egiziano“, di cui si proclama Gran Cofto.

Il cardinale de Rohan – Wikipedia, pubblico dominio

Maria Antonietta in un ritratto di Elisabetta Vigée Le Brun (1778). – Wikipedia, pubblico dominio
A Strasburgo si dedica alla cura dei malati, spesso gratuitamente, distribuendo elisir, vini miracolosi e polveri rinfrescanti. La sua fama cresce in modo vertiginoso, sostenuta da un mix di magnetismo personale, conoscenze mediche non convenzionali e un’aura di mistero che conquista anche figure come Lavater e il cardinale de Rohan. Proprio quest’ultimo lo coinvolgerà nell’”affaire du collier“, lo scandalo che getterà discredito su Maria Antonietta e contribuirà all’avvento della Rivoluzione francese.
Sebbene Cagliostro non fosse direttamente implicato, venne arrestato e imprigionato alla Bastiglia insieme alla moglie. Ma la sua popolarità era ormai alle stelle: il giorno della scarcerazione, fu acclamato da una folla festante.
Nonostante l’assoluzione, fu esiliato dalla Francia e costretto a rifugiarsi a Londra, da dove scrisse un audace messaggio al popolo francese, profetizzando la caduta del trono e l’arrivo di un nuovo ordine politico.

Antiporta incisa in rame con ritratto del Conte di Cagliostro e della moglie. – Wikipedia, pubblico dominio
Nel frattempo, Lorenza, rimasta a Londra, venne convinta a rilasciare dichiarazioni compromettenti contro il marito.
Raggiunta da Cagliostro in Svizzera, fu persuasa a ritrattare tutto. Tra il 1786 e il 1788 la coppia compì numerosi viaggi tra Torino, Genova, Rovereto e Trento, dove trovarono accoglienza presso il vescovo Thun. Fu allora che decisero di tornare a Roma.
Tuttavia, la città eterna non accolse bene il ritorno del Gran Cofto.
Cagliostro tentò di fondare anche lì una loggia egiziana, ma l’iniziativa fallì e fu interpretata come una sfida al potere ecclesiastico.
La denuncia decisiva partì proprio dalla moglie Lorenza, spinta dai parenti: lo accusò durante una confessione di eresia e attività massoniche. Il Sant’Uffizio non esitò a intervenire.
Cagliostro fu arrestato il 27 dicembre 1789 insieme alla moglie e al frate cappuccino suo collaboratore. Dopo mesi di detenzione a Castel Sant’Angelo, venne processato e condannato a morte.
Tuttavia, grazie alla sua pubblica abiura, ottenne la commutazione della pena nel carcere a vita da scontare nella fortezza di San Leo, considerata una delle più inaccessibili dello Stato Pontificio.

La rocca di San Leo. Foto personale by Vvirgola. Aprile 2006 – Wikipedia, pubblico dominio
Recluso nella cella del Tesoro e poi trasferito in quella del Pozzetto per timore di una fuga, Cagliostro trascorse gli ultimi anni della sua vita nel silenzio e nell’ombra. Morì il 26 agosto 1795, colpito da un’apoplessia.
Eppure, nemmeno la morte riuscì a spegnere il mito: secondo alcune leggende, sarebbe fuggito travestito da monaco, ancora vivo e in possesso della formula dell’immortalità.

JJean-Antoine Houdon – Ritratto di Giuseppe Balsamo (detto Conte Alessandro Cagliostro) – Museo d’arte della contea di Los Angeles – Wikipedia, pubblico dominio
A distanza di secoli, la sua figura continua a suscitare fascino e interrogativi. Taumaturgo, mistico, truffatore? Nessuno è riuscito a dare una risposta definitiva. Ma è forse proprio questo mistero a rendere eterna la leggenda di Cagliostro.
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