I Centauri erano creature metà uomo e metà cavallo: il loro torso e la testa erano umani, mentre il resto del corpo era equino. Secondo la mitologia, nacquero dall’unione tra Issione e una nuvola che Zeus aveva modellato con le sembianze di Era, oppure erano figli di Centauro e Stilbe.
Abitavano sul monte Pelio, in Tessaglia, e avevano una natura selvaggia e lasciva.

Jean-Baptiste Regnault – L’educazione di Achille da parte del centauro Chirone – Wikipedia, pubblico dominio
Tuttavia, non tutti i Centauri erano brutali. Due di loro, Chirone e Folo, avevano origini diverse e un carattere più nobile. Chirone era figlio di Crono e della ninfa Filira, mentre Folo nacque dall’unione tra Sileno e una ninfa dei frassini, una Meliade. Entrambi erano noti per la loro saggezza e gentilezza: accoglievano gli uomini, offrivano aiuto e non cedevano alla violenza.

Piero di Cosimo – La battaglia dei Centauri e dei Lapiti – National gallery, Londra. – Wikipedia, pubblico dominio
Uno degli episodi più noti legati ai Centauri è la guerra contro i Lapiti, un popolo tessalico civilizzato, discendente anch’esso da Issione.
Il conflitto esplose durante le nozze tra Piritoo, re dei Lapiti, e Ippodamia (o Didamia).
I Centauri, cugini di Piritoo, erano stati invitati alla festa, ma non erano abituati al vino. Dopo averne fiutato l’aroma, si precipitarono agli otri e ne bevvero in abbondanza. Ubriachi, persero il controllo: Eurito (o Eurizione) si scagliò su Ippodamia, rovesciò il tavolo e la trascinò via per i capelli. Gli altri Centauri lo imitarono, cercando di rapire le donne dei Lapiti.
Piritoo e Teseo, suo alleato, intervennero subito: mutilarono Eurizione e scacciarono i Centauri, dando inizio a una feroce battaglia che si protrasse fino a notte fonda. Alla fine, i Lapiti ebbero la meglio e Teseo costrinse i Centauri a fuggire dal monte Pelio, rifugiandosi nella terra degli Etici presso il monte Pindo.

Italia meridionale, Paestum, 350-325 a.C. circa – Cratere a campana a figure rosse con il centauro Chirone accompagnato da un satiro –
Los Angeles County Museum of Art. – Wikipedia, pubblico dominio
I Centauri incrociarono più volte il cammino di Eracle, affrontandolo in diverse occasioni.
Durante la caccia al cinghiale di Erimanto, l’eroe si fermò nella grotta del Centauro Folo, che lo accolse con ospitalità. Tuttavia, quando Eracle chiese del vino conservato per tutti i Centauri, Folo esitò a offrirglielo, temendo le conseguenze. Alla fine, su insistenza di Eracle, aprì la giara, scatenando l’ira dei suoi simili.
Il forte aroma del vino rese i Centauri furiosi: armati di massi, alberi sradicati e torce, si precipitarono contro la grotta di Folo.
Eracle affrontò i primi assalitori con carboni ardenti, poi abbatté molti di loro con le sue frecce avvelenate. Durante la battaglia, una freccia ferì Chirone al ginocchio. Sebbene Eracle tentasse di curarlo, il veleno era troppo potente. Soffrendo atrocemente, Chirone decise di rinunciare alla sua immortalità per porre fine alle sue pene, cedendola a Prometeo.

Folo attinge del vino per darlo ad Eracle – Hydria attica a figure nere (kalpis), 520-510 a.C. – Museo del Louvre – Wikipedia, pubblico dominio
Anche Folo trovò la morte in modo tragico: mentre esaminava una freccia avvelenata, questa gli sfuggì di mano e lo ferì accidentalmente al piede, uccidendolo sul colpo. Addolorato, Eracle gli rese onori funebri e il monte Foloe prese il suo nome.

Johann Wilhelm Baur – Ercole, Nesso e Deianira. Incisione per le Metamorfosi di Ovidio Libro IX, 99-133. – Wikipedia, pubblico dominio
Uno dei Centauri più celebri, Nesso, si vendicò di Eracle con un inganno mortale.
Quando l’eroe e sua moglie Deianira dovevano attraversare il fiume Eveno, Nesso si offrì di traghettare la donna, ma tentò di abusare di lei. Eracle, furioso, lo trafisse con una delle sue frecce avvelenate.
In punto di morte, Nesso ingannò Deianira: le disse che il suo sangue possedeva una virtù magica e che, se un giorno Eracle l’avesse tradita, avrebbe potuto riconquistarlo bagnando una tunica con quel liquido.
Anni dopo, quando Deianira sospettò l’infedeltà del marito, seguì il consiglio del Centauro. Appena Eracle indossò la tunica, il veleno si diffuse nel suo corpo, provocandogli dolori insopportabili e conducendolo alla morte.

Apoteosi di Eracle. Lato A di un cratere a campana attico a figure rosse, 400–375 a.C. Da Napoli? – Musée du Louvre – Wikipedia, pubblico dominio
Dopo la sua fine terrena, però, Eracle fu accolto tra gli dèi dell’Olimpo, dove sposò Ebe, la dea della giovinezza.