Luca 19, 45-48
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, con grande determinazione, scacciò i venditori, esclamando:
«Sta scritto: La mia casa sarà casa di preghiera. Ma voi ne avete fatto una spelonca di ladri!»
Ogni giorno insegnava nel tempio, attirando l’attenzione del popolo, che pendeva dalle sue parole. Tuttavia, i sommi sacerdoti, gli scribi e i notabili tramavano contro di lui, cercando il modo di farlo perire, ma non sapevano come agire senza scatenare una rivolta.

Cecco del Caravaggio – Espulsione dei mercanti del tempio, 1610 – Staatliche museen Berlin (Wikipedia – Pubblico dominio)
RIFLESSIONI:
Il Gesù che si presenta come “mite e umile di cuore” dimostra qui un volto diverso, animato da una giusta indignazione. Il tempio, luogo sacro di preghiera, era stato trasformato in un mercato, diventando una spelonca di ladri. Un simile scempio non poteva essere tollerato.
Quando la religione degenera in commercio e il sacro diventa occasione di profitto, si rischia di cadere nella simonia e nell’idolatria. La tentazione di vendere ciò che è sacro per guadagno personale è stata una minaccia costante nella storia di ogni religione, compresa la Chiesa. Per questo, Gesù ammonisce con forza:
«Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date» (Mt 10,8).
Dio stesso si è impegnato a non far mancare nulla a coloro che pongono al primo posto il suo Regno:
«Cercate prima il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta» (Mt 6,33).
Allo stesso tempo, ha affidato ai fedeli il compito di provvedere al sostentamento di coloro che predicano il Vangelo:
«L’operaio è degno della sua mercede» (Lc 10,7).
.
Il Tempio di Salomone, costruito nel 960 a.C., fu distrutto dai Babilonesi nel 587 a.C. Il secondo tempio venne eretto dagli ebrei tornati dall’esilio, mentre il terzo tempio, quello che Gesù vide, fu costruito da Erode il Grande, molto più imponente dei precedenti.

Costruzione del tempio di Salomone – Di UNKNOWN; Illustrator of ‘Speculum humanae salvationis’, Cologne, – Petrus Comestor’s “Bible Historiale” (manuscript “Den Haag, MMW, 10 B 23”) – Wikipedia, pubblico dominio
Il tempio non era la dimora fisica di Dio, ma il luogo in cui Egli si rendeva vicino all’uomo, ascoltava le sue preghiere, perdonava e manifestava la sua presenza salvifica. Era il segno dell’alleanza tra Dio e Israele, simbolo dell’elezione del popolo scelto: Dio, che il cielo e la terra non possono contenere, aveva scelto questa città per manifestarsi.
Ma Dio non era solo il Dio di Israele: ascoltava anche lo straniero che veniva da lontano per cercarlo, perché tutti i popoli della terra potessero conoscere il suo nome.
Per i profeti, il tempio era il luogo dell’incontro con Dio:
-
-
- Isaia vi ebbe la sua grande visione.
- Geremia lo definì “trono della gloria” e “speranza di Israele”.
- Ezechiele lo vide come il segno della futura restaurazione di Israele, in cui la gloria del Signore sarebbe tornata a dimorare.
-
Tuttavia, i profeti mettevano in guardia da una fede sterile e formale, che riduceva il tempio a un semplice rito privo di vita. Dio si incontrava nel tempio, ma era altrettanto attento a ciò che accadeva fuori, nel mondo e nella vita quotidiana.
Anche Gesù frequentava il tempio con devozione, ma, come i profeti, ne denunciò la corruzione (Mt 21,12-13; Mc 11,15-19; Lc 19,45-48; Gv 2,14-16). Quando i discepoli, affascinati dalla sua grandiosità, gli dissero:
«Maestro, guarda che pietre e che costruzioni!»,
Gesù rispose con una profezia:
«Non rimarrà pietra su pietra che non sia distrutta» (Mc 13,1-2).
Gesù non rifiuta il tempio, ma ne denuncia la degenerazione, riportando l’attenzione sull’essenza della relazione con Dio. Il culto non è fatto di riti vuoti, ma di un cuore che cerca il Signore con sincerità.
Oggi, come allora, la sfida è la stessa: evitare che la fede si riduca a formalismo e ritualità sterile, riscoprendo invece una spiritualità autentica, centrata su Cristo, il vero tempio vivente.
.
torna a: Lasciamoci guidare .