Dalle pendici del monte Erimanto, in Arcadia, un gigantesco cinghiale seminava terrore e distruzione tra le campagne circostanti.
Ercole, incaricato da Euristeo di catturare la feroce bestia, si mise in cammino per compiere l’impresa. Durante il viaggio, trovò rifugio presso il centauro Folo, che, rispettando le sacre leggi dell’ospitalità, lo accolse con generosità. Per rendere omaggio al grande eroe, Folo gli offrì un pasto di carni arrostite e aprì, con riluttanza, una giara di vino pregiato che aveva custodito gelosamente.
Tuttavia, il profumo inebriante del vino attirò gli altri Centauri, che, incapaci di resistere, persero il controllo e si lanciarono furiosi contro Ercole e Folo. Ma l’eroe, con la sua infallibile mira e le letali frecce, ne abbatté molti, difendendo se stesso e il suo ospite.
Dopo questa battaglia, Ercole proseguì verso il monte Erimanto, dove riuscì a stanare il gigantesco cinghiale. Con la sua forza sovrumana, balzò sulla schiena dell’animale, riuscendo a domarlo. Lo incatenò con robuste catene e, con uno sforzo straordinario, se lo caricò sulle spalle, portandolo trionfalmente a Micene.
Ercole, venuto a conoscenza della imminente partenza degli Argonauti per la Colchide alla ricerca del leggendario vello d’oro, decise di unirsi alla loro impresa.
Senza preoccuparsi del destino del cinghiale catturato, lo lasciò abbandonato ai margini della piazza del mercato di Micene. La sorte dell’animale è rimasta avvolta nel mistero.
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