Filomela, figura della mitologia greca, era la figlia di Pandione, re di Atene. La sua tragica storia è legata alla brutale violenza subita per mano di Tereo, re di Tracia, il quale, pur essendo sposato con sua sorella Procne, si invaghì di lei in modo ossessivo.
Per impedire che Filomela potesse rivelare l’accaduto, Tereo le tagliò la lingua, privandola della parola. Tuttavia, Filomela riuscì a comunicare con Procne ricamando su una tela il terribile messaggio, che la sorella ricevette e comprese.
Appresa la verità, Procne, accecata dalla rabbia, compì un gesto estremo: uccise suo figlio Iti, nato dall’unione con Tereo, e lo servì come pasto al marito senza che questi ne fosse consapevole.
Quando Tereo scoprì l’atrocità di quanto accaduto, si mise furiosamente alla ricerca delle due sorelle, che nel frattempo si erano rifugiate a Dauli.
In un ultimo atto di disperazione, Filomela e Procne invocarono l’aiuto degli dèi, che le trasformarono in uccelli per sottrarle alla vendetta di Tereo. Procne divenne una rondine, simbolo di dolore e perdita, mentre Filomela si tramutò in un usignolo, il cui canto malinconico evoca la tristezza della sua storia. Anche Tereo fu mutato in un uccello, un’upupa, un essere spregevole..
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