Diciamolo subito: tra i due c’è un vuoto incolmabile.
Il Gesù del Vangelo e quello del Corano rappresentano due figure profondamente diverse. Nel Vangelo, Gesù è il Figlio Unigenito di Dio, parte della Trinità, mentre nel Corano è solo un profeta, seppur importante, ma privo di natura divina. Questa distinzione segna una distanza significativa tra la fede cristiana e quella islamica riguardo all’identità e alla missione di Gesù.
Il Gesù del Corano
Maometto, vissuto seicento anni dopo Cristo nella Penisola arabica, conosceva il Vangelo ei testi apocrifi, come il Vangelo di Tommaso.
Nonostante i teologi islamici neghino questa dipendenza, il Corano contiene numerosi riferimenti biblici, anche se reinterpretati. Secondo la teologia islamica, il Corano rappresenta la rivelazione definitiva di Dio, che include e corregge le rivelazioni precedenti.
Nel Corano, Gesù è descritto con ammirazione come il più grande e santo tra i profeti inviati da Allah prima di Maometto.
Tuttavia, viene chiaramente affermato che Gesù non è il figlio di Dio né Dio stesso, ma un uomo creato direttamente da Dio nel grembo verginale di Maria.
Il Corano riporta che Gesù rigetta l’idea di essere divino, affermando che Dio è l’unico Signore. Gesù viene descritto come un profeta e messaggero di Dio, incaricato di confermare la Torah e il Vangelo.
Gesù compie molti miracoli con il permesso di Dio: parla a Maria mentre è ancora nel grembo, guarisce malati e resuscita i morti, seguendo l’esempio di altri profeti come Mosè ed Elia.
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Il Gesù del Vangelo
Il Gesù del Vangelo si differenzia profondamente da quello del Corano. Nel Vangelo, Gesù è proclamato Figlio Unigenito di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, come professato nel Simbolo apostolico: “Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato non creato della stessa sostanza del Padre” . È attraverso la sua incarnazione per opera dello Spirito Santo che Gesù si fa uomo per salvare l’umanità
Gesù è stato un Maestro incomparabile di amore e fedeltà al Padre. Durante i tre anni della sua missione, ha rivelato gradualmente la sua identità divina e il suo scopo: riconciliare l’uomo con Dio. Le sue parole riflettono questa missione: “Io sono la Luce del Mondo“, “Io sono il buon Pastore“, “Io sono la Porta: chi entra attraverso me sarà salvo“, e ancora, “Io sono la Via, la Verità e la Vita”
Uno degli episodi più significativi della sua vita è la resurrezione di Lazzaro, che dimostra la potenza divina di Gesù, Signore della vita e della morte. Quando i suoi avversari lo accusano di bestemmia per aver dichiarato Figlio di Dio, Gesù ribadisce: “Io e il Padre siamo una cosa sola“, confermando fino all’ultimo la sua identità divina anche durante il processo che lo condannerà alla crocifissione.
Il Mistero Pasquale: mistero di amore e di redenzione
Per i cristiani, la risurrezione di Cristo è il fondamento della fede. Gesù non è solo morto, ma è risorto, testimoniato da coloro che lo hanno visto vivo dopo la sua morte. La sua risurrezione è il segno definitivo della sua divinità e della sua vittoria.
Per i musulmani, la crocifissione è inaccettabile, considerandola un segno di debolezza divina. Tuttavia, per i cristiani, essa è l’espressione più alta dell’amore salvifico.