La Diversità delle Cosmogonie nell’Antico Egitto

A prima vista, la cultura dell’Antico Egitto può sembrare unitaria, ma in realtà presentava significative variazioni, soprattutto in ambito religioso. Le differenze geografiche delle varie popolazioni influenzarono la nascita di molteplici miti sulla creazione del mondo, noti come cosmogonie. Tra le più rilevanti vi erano quelle di Eliopoli, Ermopoli, Tebe ed Elefantina/Syene. Pur condividendo l’idea di un principio creatore, ogni regione identificava il proprio dio tutelare come il demiurgo, l’artefice dell’universo. Così, a Eliopoli il creatore era Atum-Ra, mentre a Ermopoli era Thot, e così via.

Lo storico greco Erodoto, dopo aver raccolto diversi racconti durante il suo viaggio in Egitto, concluse che gli stessi egizi non avevano una conoscenza univoca sulle origini del mondo, data la varietà di versioni esistenti. Tuttavia, questa apparente incoerenza trovava un equilibrio nella visione egizia della divinità: ogni demiurgo locale era considerato una manifestazione di un’unica forza divina, espressa in molteplici forme. Per questo motivo, alcuni studiosi hanno definito la religione egizia un “monoteismo nel politeismo” o un “monoteismo polimorfico”.

Il faraone Akhenaton –Wikipedia – Photo credit User: Hajor rilasciata con licenza CC BY-SA 1.0

Un tentativo di unificazione religiosa avvenne sotto il faraone Akhenaton, che cercò di imporre il culto del dio universale Aton. Tuttavia, questa riforma fu di breve durata e rapidamente abbandonata dopo la sua morte.

 

La Cosmogonia di Eliopoli

Tra le varie cosmogonie, quella di Eliopoli fu la più diffusa. Qui il creatore era Ra, rappresentato come un demiurgo solare. Secondo questa tradizione, all’inizio esisteva solo l’oceano primordiale, Nun, una massa d’acqua infinita e senza tempo, probabilmente ispirata al Nilo. Dal caos acquatico emerse un tumulo primordiale su cui si manifestò Ra, il quale generò Shu (dio dell’aria) e Tefnut (dea dell’umidità).
Questi, a loro volta, diedero vita a Geb (dio della terra) e Nut (dea del cielo), che furono separati per ordine di Ra.

Dall’unione di Geb e Nut nacquero quattro figli: Osiride, Iside, Seth e Nefti. A loro si aggiunse Horus, figlio di Osiride e Iside, formando così l’Enneade, il pantheon divino di Eliopoli.

 

La Cosmogonia di Menfi

Diversamente da Eliopoli, la città di Menfi proponeva un’interpretazione più filosofica della creazione. Qui il dio creatore era Ptah, che plasmò il mondo con il pensiero e lo portò all’esistenza attraverso la parola. Questa concezione, molto astratta rispetto alle altre cosmogonie, era iscritta sulla Stele di Shabaka, risalente alla XXV dinastia e oggi conservata al British Museum.

 

La Cosmogonia di Ermopoli

Nella cosmogonia di Ermopoli, il demiurgo era Thot, il dio della saggezza e della scrittura. Secondo questa tradizione, dal caos primordiale (Nun) emerse un tumulo su cui fu deposto un uovo cosmico. Questo venne covato da otto divinità primordiali, l’Ogdoade, composte da quattro coppie di divinità con teste di rana (maschili) e di serpente (femminili). Essi rappresentavano:

      • Nun e Naunet: le acque primordiali
      • Heh e Hauhet: l’infinito
      • Kek e Keket: l’oscurità
      • Amon e Amaunet: il mistero e l’ignoto

Quando l’uovo si schiuse, nacque il Sole, che si sollevò nei cieli e diede inizio alla creazione del mondo.

 

La Teologia Predinastica

Ancora prima di queste cosmogonie, esisteva un’antica tradizione secondo cui la dea Neith creava il cielo tessendolo come una stoffa sul suo telaio. Dopo aver completato la tessitura del cosmo, utilizzava reti intrecciate per pescare le creature viventi dalle acque primordiali. Infine, inventò il parto e lo sperimentò su sé stessa per dare alla luce il dio solare Ra.

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