
Antonio Canova – Perseo con in mano la testa di Medusa. – Museo Pio-Clementino, Vaticano – Wikipedia, pubblico dominio
Si narra che nella città di Argo regnasse il re Acrisio insieme alla moglie Euridice e alla loro unica figlia, Danae.
La vita scorreva tranquilla, ma il re, desideroso di avere un erede maschio a cui lasciare il trono, si rivolse a un oracolo per conoscere il destino della sua famiglia. La risposta, tuttavia, fu drammatica: non solo Acrisio non avrebbe avuto figli maschi, ma sarebbe morto per mano di suo nipote, il figlio di Danae.
Sconvolto e accecato dalla paura, Acrisio fece costruire una stanza di bronzo nel cortile del suo palazzo, dove rinchiuse Danae per impedire che incontrasse qualsiasi uomo.
Tuttavia, Zeus, osservando dal Monte Olimpo la sorte della giovane e bella principessa, se ne innamorò. Trasformatosi in una pioggia dorata, raggiunse Danae nella sua prigione e concepì con lei Perseo, destinato a diventare uno dei più grandi eroi dell’antichità.

Jan Gossaert – Danae e la pioggia d’oro – Alte Pinakothek – Wikipedia, pubblico dominio
Quando Acrisio scoprì la gravidanza della figlia, fu costretto ad ascoltare il racconto sulle origini divine del bambino. Nonostante la rabbia e il terrore, non trovò il coraggio di uccidere Danae e, dopo la nascita di Perseo, rinchiuse madre e figlio in una cassa che abbandonò in mare. Sarebbero certamente periti, se Zeus non avesse guidato la cassa fino alle coste dell’isola di Serifo.
A Serifo regnava il re Polidette, ma Danae e Perseo trovarono rifugio nella casa di Ditti, fratello del re, che li accolse con generosità.
Col passare degli anni, Perseo crebbe forte e valoroso, circondato dall’amore della madre. Danae, ormai matura e ancora più affascinante, attirava le attenzioni di Polidette, che tentava in ogni modo di convincerla a sposarlo. Lei, però, pensava solo al bene di suo figlio e respingeva le sue avances.
Deciso a liberarsi di Perseo, Polidette architettò un piano subdolo: sfidò il giovane a portargli la testa della Gorgone Medusa, un’impresa che nessun mortale era mai riuscito a compiere. Medusa era un mostro così terrificante che bastava incrociare il suo sguardo per essere trasformati in pietra.
La notte prima della partenza, Atena apparve in sogno a Perseo e gli donò una spada magica con cui decapitare Medusa, insieme a uno scudo lucente da usare come specchio per evitare di guardarla direttamente. Poi intervenne Hermes, che gli consegnò un paio di sandali alati per raggiungere l’isola delle Gorgoni.
Durante il viaggio, Perseo incontrò le tre ninfe del Nord, che gli donarono un elmo dell’invisibilità e una borsa magica per contenere la testa di Medusa. Con questi preziosi aiuti, Perseo affrontò e sconfisse facilmente la Gorgone.

Benvenuto Cellini – Perseo, dettaglio – Firenze, Loggia dei Lanzi – Foto di Akerraren Adarrak di Pixabay
Dal sangue della testa mozzata nacque Pegaso, il cavallo alato, che Perseo cavalcò per fare ritorno a casa.
Durante il viaggio di ritorno, sorvolando le coste greche, Perseo vide la principessa Andromeda incatenata a uno scoglio. Un mostro marino, il terribile Ceto, stava per divorarla. Senza esitazione, Perseo estrasse la testa di Medusa e trasformò il mostro in pietra, salvando così la fanciulla. Per gratitudine, Andromeda accettò di sposarlo.

Anton Raphael Mengs, Perseo e Andromeda; museo dell’Ermitage, San Pietroburgo. – Wikipedia, pubblico dominio
Perseo e Andromeda regnarono insieme a lungo, vivendo felici e amati dal loro popolo. Alla loro morte, Zeus e Atena li trasformarono in costellazioni, collocandoli nel cielo accanto a Cefeo e Cassiopea, formando la “Famiglia Reale“: Perseo, Andromeda, Cefeo e Cassiopea.