Nella mitologia greca, Issione era figlio di Flegias, re dei Lapiti, e sposò Dia, figlia di Deioneo. Tuttavia, tradì i patti matrimoniali, rifiutandosi di offrire a Deioneo i doni promessi. Non solo: lo uccise con crudeltà, facendolo precipitare in una fossa colma di carboni ardenti.

Nonostante questo crimine, Zeus decise di perdonarlo e lo invitò a un banchetto divino. Ma Issione non seppe trattenersi e tentò di sedurre Era.
Il re degli dèi, accortosi delle sue intenzioni, decise di metterlo alla prova: creò una donna con le sembianze di Era a partire da una nuvola e la chiamò Nefele. Ingannato dall’illusione, Issione cercò di possederla e fu colto sul fatto.

Pierre Paul Rubens – Issione e Nefele – Museo del Louvre – Wikipedia, pubblico dominio

Furioso per la sua arroganza, Zeus lo affidò a Ermes affinché lo punisse. Il messaggero divino non ebbe esitazioni: lo legò strettamente e lo flagellò senza pietà, obbligandolo a ripetere senza sosta la frase:
I benefattori devono essere onorati“.
Infine, lo condannò a un supplizio eterno, fissandolo a una ruota infuocata che girava senza sosta nel cielo.

Bernard Picart – Issione legato a una ruota fiammeggiante e spinosa. (Wikipedia – Pubblico dominio)

Secondo alcune versioni del mito, dall’unione tra Issione e Nefele nacquero i Centauri, creature selvagge metà uomo e metà cavallo.

 

 

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