Meryem Ana Evi: La Casa della Vergine Maria e il Miracolo delle Fiamme
Meryem Ana Evi, che significa Casa della Vergine Maria, si trova sulla Collina dell’Usignolo (Bülbül Dağı), sulle pendici del monte Solmisso, a circa sei chilometri da Efeso, in Turchia.
Secondo una tradizione che risale al II secolo, Maria visse in questa casa insieme all’apostolo Giovanni per alcuni anni, a partire dal 44 d.C., rifugiandosi qui per sfuggire alle persecuzioni dei cristiani in Palestina sotto Erode Agrippa I.
Inoltre, per secoli, gli abitanti della zona – in particolare i cristiani ortodossi, discendenti delle prime comunità cristiane di Efeso – vi si recavano una volta all’anno per venerare la Vergine.
Fino alla fine del XIX secolo, tuttavia, non vi era alcuna traccia di questa casa. Fu solo nel 1891 che il padre lazzarista Julien Gouyet ne scoprì le fondamenta, guidato dalle visioni della mistica tedesca Anna Katharina Emmerick (1774-1824), beatificata da Giovanni Paolo II nel 2004. La Emmerick, pur non avendo mai visitato il luogo, ne descrisse con precisione l’ubicazione, permettendo così la sua individuazione.

Esterno della ‘Casa della Vergine Maria’ vicino a Efeso, Selçuk in Turchia. Wikipedia – Fotografo: Martin H. Fryc, opera rilasciata con licenza CC BY-SA 2.5
L’edificio, restaurato più volte nei secoli, ha oggi l’aspetto conferitogli dagli interventi degli anni ’50 del Novecento. Tuttavia, le rovine sottostanti risalgono al I secolo.

Casa della Vergine Maria – L’interno della dimora. – Wikipedia, foto di Dennis Jarvis, opera rilasciata con licenza CC BY-SA 2.0
Originariamente, la casa era una struttura rettangolare in pietra, composta da due vani con un focolare al centro. Nel IV secolo, la parte centrale fu trasformata in cappella, con l’aggiunta di una piccola abside. È anche conosciuta come Panaya üç Kapoulou Monastiri, ossia Cappella delle tre porte della Tutta Santa.
Nei pressi della casa si trova una grotta, che secondo la tradizione fu il luogo dove gli apostoli deposero il corpo di Maria prima della sua Assunzione al cielo. Questa credenza, tuttavia, contrasta con un’altra tradizione secondo cui la Dormizione e l’Assunzione della Vergine avvennero a Gerusalemme, al suo ritorno da Efeso.
A Gerusalemme, la Basilica della Dormitio Mariae sul Monte Sion sarebbe il luogo del suo trapasso, mentre la sua sepoltura, da cui fu assunta al cielo, sarebbe situata nella Valle del Cedron, accanto all’Orto degli Ulivi.
Dopo la scoperta della casa, Papa Leone XIII (1878-1903) la riconobbe come possibile luogo della Dormizione di Maria. Da allora iniziarono i pellegrinaggi e, in tempi più recenti, la Casa della Vergine è stata visitata da Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI.
Oggi, il santuario accoglie circa due milioni di pellegrini all’anno, tra cui molti musulmani. Le pareti della casa sono adornate con versetti coranici dedicati a Maria, venerata nell’Islam come l’unica donna non toccata dal demonio.
Le Visioni di Anna Katharina Emmerick
Secondo la mistica tedesca, dopo l’Ascensione di Gesù, Maria visse per tre anni a Sion, tre a Betania e nove a Efeso, dove fu condotta da Giovanni, accompagnata da un piccolo gruppo di famiglie.
La casa era di pietra, quadrata e a un solo piano, con il tetto piatto e un focolare al centro. La parte posteriore era circolare e le finestre si trovavano molto in alto. Dalla vetta del monte dietro la casa si poteva scorgere il mare. All’interno, accanto al focolare, vi erano piccole stanze in cui dormivano l’ancella di Maria e altre donne che talvolta la visitavano. Le pareti erano rivestite di vimini intrecciati, formando una sorta di volta.
Nell’oratorio, al centro del muro, si trovava un tabernacolo in cui la Vergine custodiva una croce di circa un braccio di lunghezza e alcune vesti di Gesù, tra cui la tunica inconsutile (priva di cuciture).
Dopo tre anni a Efeso, Maria tornò a Gerusalemme accompagnata da Giovanni e Pietro. Qui visitò il Monte degli Ulivi, il Calvario, il Santo Sepolcro e altri luoghi della Passione, piangendo e pregando.
Giunta alla porta del palazzo dove aveva visto Gesù portare la croce, svenne per l’emozione. Fu trasportata al Cenacolo, dove occupò le stanze dell’atrio e si ammalò gravemente.
Gli apostoli prepararono una tomba per lei in una caverna sul Monte degli Ulivi, ma Maria si ristabilì e fece ritorno a Efeso. Tuttavia, il suo sepolcro a Gerusalemme rimase un luogo venerato e, più tardi, vi fu costruita una magnifica chiesa.
Giovanni Damasceno, seguendo una tradizione diffusa, scrisse che la Madonna morì e fu sepolta a Gerusalemme, ma secondo la Emmerick, i dettagli riportati dal santo sarebbero il frutto di una tradizione incerta.

Casa della Vergine Maria vicino a Efeso – Wikipedia, foto di Ray Swi-hymn, opera rilasciata con licenza CC BY-SA 2.0
Il Miracolo delle Fiamme
Il 20 agosto, un’ondata di caldo torrido e un vento secco hanno scatenato vasti incendi lungo le coste turche, colpendo aree turistiche come Bodrum e Antalya e devastando oltre 1.200 ettari di boschi. Anche la zona di Izmir e la Casa della Madonna sono state minacciate dalle fiamme.
Circondata dal verde, la casa è stata raggiunta dal fuoco che avanzava velocemente dalla collina sottostante, bruciando tutto sul suo cammino. Tuttavia, le fiamme si sono misteriosamente fermate a un solo metro dall’edificio, risparmiando i due vani identificati come il soggiorno e la camera da letto della Vergine.
La notizia, ritenuta un miracolo, è stata riportata dalle principali testate turche e confermata da Padre Adriano Franchini, superiore della Custodia di Turchia e residente a Meryem Ana Evi:
“Abbiamo vissuto momenti di grande paura. Dopo l’avviso di evacuazione, ho cercato di mettere l’auto in sicurezza per poter scappare e ho radunato gli ospiti. Ma ben presto non ci si poteva più avvicinare alla casa: il fumo e le fiamme erano troppo vicini. Se il vento fosse cambiato, saremmo rimasti intrappolati.“
Dopo la fuga a Selçuk, il villaggio ai piedi della collina, giunsero le prime notizie dagli elicotteri antincendio: “Sta bruciando tutto, non si salverà nulla.” Tuttavia, verso sera, si scoprì che il santuario e le abitazioni erano rimaste intatte.
Padre Franchini continua:
“Il fuoco è arrivato fino al nostro muretto di confine. Un albero bruciato è caduto sopra il tetto, ma le fiamme non hanno attecchito. Persino la palma accanto alla casa è stata bruciata, ma l’edificio è rimasto illeso. L’incendio è arrivato fino alle panche dove si celebra la Messa all’aperto… e lì si è fermato.“
I fedeli hanno immediatamente parlato di miracolo e, sebbene Padre Franchini eviti di definirlo tale, ammette che l’accaduto ha dell’incredibile.
Nessun pellegrino è rimasto ferito e, anzi, il numero di visitatori è aumentato: molti arrivano per vedere con i propri occhi la devastazione dell’incendio e il santuario miracolosamente intatto.
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