Sottopongo ad una attenta revisione una pagina pubblicata da tempo su un mio blog (Sfruttiamo il web, 15/09/2008) e ne approfitto per cambiare l’immagine inerente il papa.
Il “Terzo Occhio“, noto anche come “The All-Seeing Eye” o “Occhio che tutto vede“, è simbolo di una percezione onnisciente che, secondo alcune credenze, si manifesta attraverso la ghiandola pineale.
Questa piccola ghiandola situata nel cervello è in grado di produrre DMT (dimetiltriptamina), una sostanza associata a stati di coscienza estesa e visioni extradimensionali, tipiche dei sogni o di esperienze mistiche. Si ritiene particolarmente che il suo funzionamento sia attivo di notte, contribuendo a quel tipo di “viaggio interiore” che permette l’accesso a conoscenze e dimensioni sopite,
Nel corso del tempo, l’importanza della ghiandola pineale è stata ampiamente trascurata, tanto da portare una sorta di “atrofizzazione” di questo organo, in parallelo a un graduale declino di valori come la spiritualità e la connessione con gli altri.
Nella visione di alcuni, questo processo di indifferenza avrebbe favorito la diffusione di una mentalità passiva e omologata nelle masse. Inoltre, con l’avanzare dell’età, nella ghiandola pineale si accumula una calcificazione che ne limita ulteriormente la funzionalità, fenomeno accelerato anche dall’alimentazione moderna, caratterizzata da bevande zuccherate, acqua fluorizzata e zuccheri raffinati. La ghiandola pineale può però riattivarsi, almeno parzialmente, attraverso pratiche come il sonno profondo e la meditazione.
Il nome “pineale” deriva dalla parola “pino”, per via della somiglianza della ghiandola con una pigna. Questa forma particolare si riflette anche nella scultura della Pigna situata in Piazza della Pigna, all’interno del Vaticano, che si accompagna a simboli ispirati all’antico Egitto. Ai lati della statua compaiono due pavoni, associati alla rigenerazione spirituale, mentre alla base vi è un sarcofago aperto, emblema della transizione dall’esistenza terrena alla dimensione spirituale. Analogamente, la grande piramide di Giza ospita un sarcofago aperto nella cosiddetta Camera del Re, evocando un passaggio verso l’illuminazione.
Anche lo scettro del dio egizio Osiride presenta un emblema simile: una ghiandola con due serpenti intrecciati (rappresentazione del DNA) che si arrampicano lungo una colonna, a simboleggiare il percorso lungo la spina dorsale.
Questo legame tra l’antica sapienza egizia e altri culti religiosi è ravvisabile anche nella figura di Shiva nella mitologia indiana, spesso raffigurata con un terzo occhio simbolico, o nel pastorale del papa, che presenta simboli interpretati da alcuni come richiami alla pineale.
Anche nei Vangeli esistono riferimenti che, secondo una lettura simbolica, indicherebbero il terzo occhio: nel passo di Matteo 6:22, (La lucerna del corpo è l’occhio; se dunque il tuo occhio è chiaro, tutto il tuo corpo sarà nella luce) si parla di una luce interiore che illumina tutto il corpo se “l’occhio è chiaro” – una possibile metafora dell’ importanza del risveglio spirituale.
Secondo queste interpretazioni, il Vaticano, custode di segreti spirituali di grande rilevanza, avrebbe scelto di mantenere riservata una conoscenza esoterica autentica, preferendo proporre ai fedeli una versione simbolica e rituale dei culti antichi, come quelli legati al sole o al mito egizio dei morti.
Per accedere alla verità, dunque, spetta al singolo intraprendere un percorso di risveglio e di consapevolezza, riaprendo il proprio “Terzo Occhio” per vederla.
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