Secondo l’Iliade, la guerra di Troia ebbe origine dal rapimento di Elena, considerata la donna più bella del mondo, e moglie di Menelao, re di Lacedemone (la futura Sparta). A rapirla fu Paride, figlio di Priamo, re di Troia. Nell’antichità, episodi simili non erano rari: basti pensare a figure come Medea e Ifigenia, donne spesso vittime di rapimenti senza possibilità di ribellarsi.

Paride, invaghitosi perdutamente di Elena, rischiò tutto pur di averla con sé. Menelao, però, non rimase inerme: radunò un esercito con l’aiuto del fratello Agamennone e partì alla volta di Troia per riprendersi la moglie e saccheggiare le terre nemiche.

Tuttavia, il mito racconta che la causa della guerra affondi le sue radici in un evento ancor più remoto: il matrimonio tra Peleo e Teti. A queste nozze furono invitate tutte le divinità, eccetto Eris, dea della discordia, che per vendicarsi gettò al centro del banchetto una mela d’oro con l’incisione “Alla più bella“.
Ne scaturì un’accesa contesa tra Afrodite, Era e Atena, ciascuna convinta di meritare il titolo. Per evitare di scegliere e scatenare ulteriori tensioni, Zeus affidò l’ardua decisione al giovane Paride, un principe troiano ignaro delle sue origini reali.

Rubens – Il giudizio di Paride – Wikipedia, pubblico dominio

Per persuaderlo, le tre dee gli offrirono doni straordinari: Era gli promise il potere politico, Atena la saggezza, mentre Afrodite gli garantì l’amore della donna più bella del mondo, Elena di Sparta.
Paride scelse Afrodite, scatenando così l’ira delle altre due divinità.

Elena, figlia di Tindaro e Leda, era nota in tutto il mondo antico per la sua bellezza. Quando giunse il momento di maritarsi, il padre si trovò di fronte a un dilemma: scegliere tra troppi pretendenti senza inimicarseli. Si decise allora che sarebbe stata data in sposa a Menelao, il quale ottenne anche il trono di Sparta.

Durante un’assenza del marito, Paride giunse a Sparta e, grazie all’influsso di Afrodite, riuscì a sedurre Elena e a portarla con sé a Troia.

Jacques-Louis David – Paride ed Elena di Troia (1788), Musée du Louvre, Parigi – Wikipedia, pubblico dominio

Alla notizia del rapimento, Menelao radunò una flotta di navi greche e partì alla conquista della città, dando inizio a un conflitto che sarebbe durato circa nove anni.

Nel corso della guerra si distinsero numerosi eroi, sia greci che troiani:

      • Achille, il più grande guerriero acheo, seminò morte tra i troiani, attirando su di sé l’ira degli dei. Fu ucciso da una freccia scoccata da Paride, ma guidata da Apollo, che lo colpì nel suo unico punto debole: il tallone. Dopo la sua morte, le sue armi furono contese tra Aiace e Ulisse, e quest’ultimo ebbe la meglio. Aiace, disperato, impazzì e si tolse la vita.
      • Ettore, il più valoroso tra i troiani, affrontò Achille in un duello mortale. Dopo essere stato ucciso, il suo corpo venne trascinato attorno alle mura di Troia in segno di sfregio.
      • Paride non solo fu responsabile del rapimento di Elena, ma anche dell’uccisione di Achille.
      • Enea, figlio di Anchise e Afrodite, si distinse per il suo coraggio. Dopo la caduta di Troia, riuscì a fuggire e divenne il protagonista dell’”Eneide” di Virgilio, che narra il suo lungo viaggio e la fondazione di Roma.

        Fuga di Enea da Troia (1598), olio su tela di Federico Barocci (Roma, Galleria Borghese). – Wikipedia, pubblico dominio

  • Ulisse, noto per la sua astuzia, fu l’ideatore dello stratagemma che portò alla fine della guerra: il celebre cavallo di Troia.

 

Verso la fine del conflitto, i Greci finsero di ritirarsi lasciando sulla spiaggia un enorme cavallo di legno, al cui interno si nascondevano 40 dei loro migliori guerrieri. I troiani, credendo si trattasse di un dono degli dei, trascinarono il cavallo dentro le mura e si abbandonarono ai festeggiamenti.

Giandomenico Tiepolo – Il cavallo di Troia – Wikipedia, pubblico dominio

Durante la notte, i soldati greci uscirono dalla struttura e aprirono le porte della città ai loro compagni. Troia fu messa a ferro e fuoco, saccheggiata e distrutta.

Dopo la vittoria, i Greci tentarono di fare ritorno in patria, ma gli dei, furiosi per le devastazioni e la profanazione dei templi, resero il viaggio estremamente difficile.

      • Ulisse, come narrato nell’Odissea, vagò per dieci anni prima di riuscire a rivedere Itaca.
      • Menelao arrivò prima a Creta e poi in Egitto, dove rimase bloccato per molto tempo a causa della mancanza di venti favorevoli.
      • Nestore, invece, fu l’unico a tornare rapidamente a casa, ricompensato dagli dei per la sua condotta rispettosa e onorevole durante il conflitto.

Così si concluse la guerra di Troia, segnata da eroi, inganni e dall’inesorabile volontà degli dei.

 

 

vedi anche: Odisseo e la guerra di Troia

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