Con l’arrivo dell’autunno, si diffondono ovunque le iconiche zucche intagliate e si moltiplicano gli eventi dedicati ad Halloween, con cene e veglioni in programma.
Secondo una leggenda, nella notte del 31 ottobre gli spiriti di coloro che sono morti durante l’anno ritornano, vagando in cerca di un corpo da possedere per l’anno successivo.

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Nella tradizione celtica, il Capodanno si celebrava tra il tramonto del 30 ottobre e il 1° novembre, un momento considerato sacro e solenne.
Questo periodo segnava non solo la conclusione dell’anno agricolo, ma anche l’inizio di un nuovo ciclo.
Rappresentava la transizione dall’estate all’inverno, un cambiamento che si rifletteva nella natura, nella vita quotidiana e nella dimensione spirituale delle comunità celtiche. In questo momento dell’anno, la notte superava in lunghezza il giorno, e il nuovo ciclo si immergeva gradualmente nella sua fase oscura.

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La festa era conosciuta come Samhain, ma veniva anche chiamata Trinoux Samonia, ossia “Le Tre Notti di Fine Estate“, con festeggiamenti che si protraevano per tre giorni.
Lo scrittore Alfredo Cattabiani osserva che anche la festa di San Martino di Tours, che si celebra l’11 novembre, può essere considerata un “capodanno”, poiché si ricollega alle celebrazioni del Samhain celtico, che duravano circa dieci giorni.

L’antropologo Eraldo Baldini aggiunge che «l’11 novembre, nell’antichità, segnava l’inizio di un nuovo ciclo annuale, una tradizione che sembra essere stratificata nei calendari successivi».
A San Martino, infatti, cominciavano le attività dei tribunali, delle scuole e dei parlamenti; si svolgevano le elezioni municipali, si pagavano affitti e rendite, e venivano rinnovati i contratti agrari. Questo legame con il cambiamento è evidente ancora oggi nell’espressione “far San Martino“, usata per indicare un trasloco.

Molte leggende celtiche, che narrano cicli epici di re ed eroi, trovano il loro scenario nella notte di Samhain. Questi racconti si intrecciavano con i cicli di fertilità della Terra e segnavano l’inizio del regno  dell’oscurità.
Per i Celti, popolo profondamente legato all’agricoltura e alla pastorizia, Samhain aveva un’importanza cruciale.
Con l’arrivo di questa ricorrenza, la vita quotidiana subiva un cambiamento drastico: le greggi venivano ricondotte dagli alpeggi e dai pascoli estivi, l’ultima raccolta di mele era completata, e i campi ormai spogli venivano preparati per la successiva semina. Le persone si ritiravano nelle loro case per affrontare le lunghe e fredde notti invernali, trascorrendo il tempo in attività artigianali, costruendo utensili e raccontandosi storie e leggende. 

Nelle regioni del nord Europa, soprattutto nelle Highlands scozzesi, era usanza che i giovani uomini camminavano lungo i confini delle fattorie al calar della notte, armati di torce fiammeggianti.
Questo gesto aveva lo scopo di proteggere le famiglie dalle Fate e dalle forze oscure, che si credeva fossero libere di vagare sulla Terra durante la notte di Samhain. Si trattava particolarmente di un periodo in cui era facile scrutare il futuro e predire la sorte, una tradizione che si è intrecciata nel tempo con molte usanze popolari, lasciando tracce in molte usanze folkloriche.

 

vedi anche: 

  • La Festa dei Morti 
  • I morti che si travestono per Halloween
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