
Particolare della Nereide Psamathe in fuga – Da un dipinto raffigurante la cattura di Teti da parte di Peleo. Nel mito, Psamathe fu catturato in modo simile dal padre di Peleo, Eaco. – Opera attribuita al Pittore di Achille, internet – Wikipedia, pubblico dominio
Psamate, una delle Nereidi della mitologia greca, era la divinità legata alla sabbia.
Figlia di Nereo e Doride, ebbe un figlio, Foco, dal re di Egina, Eaco.
(NB Non va confusa con un’altra Psamate, figlia di Crotopo).
Secondo il mito, quando Eaco cercò di sedurla, Psamate si trasformò in una foca per sfuggirgli, ma senza successo. Dalla loro unione nacque Foco, che divenne il figlio prediletto del re. Tuttavia, i fratellastri di Foco, Telamone e Peleo, figli di Eaco e Endeide, lo uccisero, scatenando la collera del padre. Scoperto il crimine, i due furono costretti a fuggire da Egina.
Secondo Antonino Liberale, Psamate cercò vendetta contro Peleo, scagliandogli contro un lupo mostruoso. L’animale, però, prima di attaccarlo si imbatté nelle mandrie portate in dote a Peleo da sua moglie Teti e le divorò. Quando infine si lanciò contro Peleo, Teti intervenne trasformandolo in una pietra, che si dice si trovi ancora tra la Locride e la Focide.
Ovidio racconta invece che Peleo supplicò Psamate di placare la sua furia, ma senza successo. Fu Teti a intercedere per lui, riuscendo a calmarla. Il lupo, però, continuò a seminare distruzione e, dopo aver sbranato l’ultima giovenca, si scagliò contro Peleo. Fu allora la stessa Psamate a trasformarlo in una statua di marmo.
Secondo Euripide, Psamate in seguito sposò Proteo, re d’Egitto, con cui ebbe due figli: Teoclimeno e Eido.
Quest’ultima, ereditato dal nonno Nereo il dono della profezia, fu in seguito conosciuta come Teonoe.
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