La paternità della celebre formula E=mc², solitamente attribuita ad Albert Einstein, potrebbe in realtà coinvolgere anche l’italiano Olinto De Pretto. A rivelarlo è un articolo del quotidiano britannico The Guardian, pubblicato su Atte: “Ipotesi dell’etere nella vita dell’Universo“.
Nel testo, De Pretto affermava:
“La materia di un corpo contiene una quantità di energia rappresentata dall’intera massa del corpo, che si muovesse alla medesima velocità delle singole particelle“.
Sebbene non esprimesse formalmente la formula E=mc², la descrizione dei rapporti tra massa, energia e velocità era sorprendentemente simile.
Tuttavia, De Pretto non collegò direttamente questa intuizione alla teoria della relatività, ma piuttosto alla vita dell’universo, una differenza che potrebbe apparire sottile ma significativa.
“Una grande parte della matematica moderna è stata creata da gente a cui nessuno ha mai dato credito, come ad esempio gli Arabi – ha dichiarato il fisico Robertson al Guardian -. Einstein può avere preso l’idea da qualcuno, ma le idee stesse arrivano da ogni parte. De Pretto merita sicuramente credito per gli studi che ha svolto e il contributo che ha dato, se queste cose si possono provare. Ma ciò non toglie, comunque, che la genialità di Einstein resti indiscutibile“. ,
A sostenere questa tesi è anche Umberto Bartocci, docente di Storia della Matematica all’Università di Perugia, che ha approfondito l’argomento nel suo libro pubblicato nel 1999: Albert Einstein e Olindo De Pretto – La vera storia della formula più famosa del mondo .
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Olinto De Pretto (Schio, 26 aprile 1857 – Schio, 16 marzo 1921) fu un imprenditore e studioso italiano che si dedicò, nel suo tempo libero, a ricerche nel campo della fisica e della geologia, nonostante la sua formazione in agraria.
Dopo aver ottenuto la laurea, lavorò come assistente alla Scuola di agricoltura di Milano e gestì l’azienda di famiglia, la “Ing. Silvio De Pretto & C“, fondata dal fratello nel 1885, che nel 1920 divenne la De Pretto-Escher Wyss
Nonostante la sua attività imprenditoriale, De Pretto coltivò un forte interesse per la scienza. Il 23 novembre 1903, presentò all’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti un saggio intitolato Ipotesi dell’etere nella vita dell’universo.
Il 27 febbraio 1904, il saggio venne pubblicato ufficialmente con la prefazione del noto astronomo e senatore Giovanni Schiaparelli.
Alcuni studiosi, tra cui Zorzi e Speri, hanno sostenuto che De Pretto potrebbe essere stato il primo ad intuire il principio alla base della famosa formula E=mc². Essi hanno ipotizzato che Albert Einstein, nel formulare la teoria della relatività, potrebbe aver avuto accesso ai lavori di De Pretto. Anche lo storico Umberto Bartocci ha esplorato questa teoria, indicando possibili scenari in cui Einstein avrebbe potuto venire a conoscenza del saggio dell’italiano.
Tuttavia, non esistono prove concrete o documenti che conferiscono un collegamento diretto tra il lavoro di De Pretto e le teorie di Einstein, lasciando aperto il dibattito su questa possibile influenza…
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