Gv 21,15-19

15 Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». 16 Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». 17 Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. 18 In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». 19 Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».

Domenico Ghirlandaio – Vocazione dei primi apostoli – Cappella Sistina – Wikipedia, pubblico dominio


RIFLESSIONE

Dopo la risurrezione, sulle rive del lago di Tiberiade, Gesù si rivolge a Pietro con una domanda diretta e penetrante: “Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?” (Gv 21,15).
Questa domanda non è casuale. Pietro, che solo pochi giorni prima aveva rinnegato il suo Maestro tre volte, si trova ora di fronte a un momento di verità. Gesù non lo chiama “Pietro“, il nome che gli aveva dato come segno della sua missione, ma usa il suo nome di nascita: Simone, figlio di Giovanni. È come se volesse riportarlo alle radici, all’essenza di chi è veramente, prima di ogni promessa o caduta.
La frase “più di costoro” può riferirsi agli altri discepoli, forse al loro affetto per Gesù, o alla vita di prima, quella di pescatore, con la sicurezza del lavoro e della routine quotidiana. È un interrogativo che scava nel cuore di Pietro: il tuo amore per me è davvero il centro della tua vita?

Pietro risponde: “Sì, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”.
Non usa il verbo “amare” (agapáo) come Gesù, ma “voler bene” (philéo), un amore più umano, forse meno assoluto. Gesù ripete la domanda tre volte, richiamando il triplice rinnegamento, ma anche offrendo a Pietro la possibilità di rinnovare la sua fedeltà.
Alla fine, Gesù affida a Pietro una missione: Pasci le mie pecore. Nonostante la sua debolezza, il Maestro gli affida il compito di guidare la Chiesa. È un atto di fiducia e di misericordia: non è la perfezione che Gesù cerca, ma un cuore che, nonostante tutto, voglia seguirlo.

Questa domanda risuona ancora oggi: “Mi ami più di costoro?” È la chiamata a scegliere Cristo sopra ogni altra cosa, non con un amore perfetto, ma con un amore sincero, disposto a rialzarsi dopo ogni caduta.

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