Parlare di astronomia presso gli antichi Greci significa ripercorrere alcune delle tappe fondamentali nella costruzione della visione dell’Universo. Dai primi interrogativi di Talete fino all’opera sistematizzante di Tolomeo, il pensiero greco ha gettato le basi della scienza celeste.
TALETE – Intorno al 600 a.C., Talete di Mileto, fondatore della scuola ionica, fu tra i primi a riflettere scientificamente sul cielo. A lui si attribuiscono nozioni sorprendenti per l’epoca: la Terra sarebbe sferica, la Luna visibile grazie alla luce riflessa del Sole, e le stelle composte di una sostanza simile al fuoco.

Talete di Mileto – Wikipedia, pubblico dominio
ANASSIMANDRO – Proseguendo la linea della scuola ionica, Anassimandro approfondì le intuizioni del suo maestro e fu il primo, pare, a compiere osservazioni sistematiche del cielo con strumenti, come lo gnomone — forse da lui stesso inventato — per misurare la posizione del Sole e l’altezza delle ombre.
PITAGORA – Nel V secolo a.C., il pensiero astronomico si arricchì grazie alla scuola pitagorica. Pitagora e i suoi discepoli formularono le prime idee sui moti della Terra: la rotazione su se stessa e la rivoluzione intorno a un centro. Fu in questo contesto che maturarono le prime ipotesi su un cosmo ordinato, regolato da leggi matematiche.

Moneta romana raffigurante Pitagora – Wikipedia, pubblico dominio
PLATONE – Tra il 429 e il 347 a.C., Platone offrì una visione del cosmo di grande suggestione. Nel Timeo descrive l’Universo come un essere vivente perfetto, sferico e in moto circolare, costruito da un Demiurgo che lo dotò di un movimento uniforme e immutabile. Il suo modello prevedeva sfere celesti concentriche con la Terra al centro: un sistema geocentrico armonico e razionale

Testa ritraente Platone rinvenuta nell’area sacra in Largo Argentina (1925) a Roma – Wikipedia, pubblico dominio
ARISTOTELE – Verso il 330 a.C., Aristotele riprese e ampliò il modello platonico. Divise l’Universo in due regioni: la sfera sublunare, soggetta al cambiamento e composta dai quattro elementi (Terra, Acqua, Aria e Fuoco), e la sfera celeste, perfetta e incorruttibile, dove si muovevano pianeti e stelle incastonati in sfere concentriche. Questo sistema geocentrico, statico e ordinato, avrebbe dominato il pensiero astronomico per diciotto secoli, fino all’arrivo di Copernico.

Le sfere celesti geocentriche di Eudosso e Aristotele nella Cosmographia di Pietro Apiano (Anversa, 1539) – Wikipedia, pubblico dominio
I precursori dell’eliocentrismo
Già prima di Copernico, alcuni pensatori avevano ipotizzato un modello diverso di Universo. Aristarco di Samo e Eraclide Pontico, appartenenti alla scuola alessandrina, avevano intuito la natura stellare del Sole e la distanza incommensurabile tra le stelle, avvicinandosi a una visione eliocentrica ante litteram.
ERATOSTENE (240 a.C)– Nel III secolo a.C., Eratostene, anch’egli della scuola alessandrina, realizzò il primo tentativo scientifico di misurare la circonferenza terrestre.

Mappa di Eratostene. – Wikipedia, pubblico dominio
Osservando l’ombra del Sole ad Alessandria nel giorno del solstizio d’estate e confrontandola con l’assenza di ombra a Siene (l’odierna Assuan), calcolò l’angolo formato dai raggi solari e, conoscendo la distanza tra le due città, stimò la circonferenza terrestre in circa 250.000 stadi, cioè quasi 40.000 chilometri: un valore sorprendentemente vicino a quello reale.
Ipparco di Nicea
Tra i grandi astronomi dell’antichità, spicca Ipparco di Nicea (194–120 a.C.), scopritore della precessione degli equinozi.
Confrontando osservazioni effettuate a distanza di secoli, notò piccoli ma significativi spostamenti nei punti di solstizio ed equinozio, che documentò nella sua opera Spostamenti dei punti dei solstizi e degli equinozi.

Ipparco di Nicea – Wikipedia, pubblico dominio
TOLOMEO (II sec.d.C.)– L’ultimo grande esponente dell’astronomia greca fu Claudio Tolomeo (II secolo d.C.), attivo ad Alessandria d’Egitto. Nella sua opera Almagesto, raccolse, sistematizzò e arricchì tutto il sapere astronomico precedente, elaborando un complesso modello geocentrico in cui la Terra era fissa al centro dell’Universo e tutti i corpi celesti — Sole e Luna compresi — le ruotavano intorno. Negava persino la rotazione terrestre, attribuendo il moto apparente del cielo alla sfera celeste stessa.

Descrizione dei 4 elementi e dei nove cieli dell’universo secondo il trattato astrologico De Sphaera, essenzialmente basato sull’Almagesto di Tolomeo – Wikipedia, pubblico dominio
Il modello tolemaico influenzò profondamente il pensiero occidentale: Dante lo adottò come impalcatura cosmica del suo Paradiso, e fu insegnato nelle scuole fino al XVII secolo, nonostante le rivoluzionarie scoperte di Copernico, Keplero e Galileo.
,