La Mariologia non dispone di fonti specifiche, ma si basa sulle stesse fonti di qualsiasi altra disciplina teologica. Un concetto strettamente legato a queste fonti è il “sensus fidelium”, ovvero la partecipazione del popolo di Dio alla missione profetica di Cristo. Questo sensus è arricchito dall’effusione dello Spirito di verità, che opera costantemente nella Chiesa.

La Sacra Scrittura

Vincent van Gogh – Natura morta con la Bibbia – Wikipedia, pubblico dominio

I progressi più significativi della Mariologia nel XX secolo derivano dallo studio approfondito delle Scritture che parlano di Maria, la Madre del Signore. Alcune riflessioni essenziali emergono da questa analisi:

  • L’interpretazione delle Scritture non deve essere fondamentalista, ma deve tener conto del senso letterale del testo senza forzarlo. È necessario inquadrarlo nel contesto teologico e soteriologico, come indicato dal Concilio Vaticano II nella Dei Verbum (n. 24). La Scrittura deve essere letta e interpretata con l’aiuto dello Spirito Santo, considerando l’unità di tutta la Bibbia, la viva tradizione della Chiesa e l’analogia della fede.
  • L’unità della Scrittura consente di collegare passaggi apparentemente distinti, come la “Donna” di Genesi (2,15), con la “Donna” presente nei racconti del Vangelo di Giovanni (Gv 2,5 e 19,26) e nell’Apocalisse (Ap 12,1). Altre figure bibliche femminili, come Giaele, Giuditta e Maria di Nazaret, sono parimenti benedette per il loro ruolo liberatorio.
  • La lettura patristica dei testi mariani è fondamentale per comprendere il significato profondo di questi scritti. I Padri della Chiesa sono insuperabili maestri di teologia ecclesiale, grazie alla loro interpretazione autenticamente cristiana.
  • Come osservato da Giovanni Paolo II, Maria è il personaggio biblico più citato dopo Pietro e Giovanni Battista. Eventi come l’Annunciazione, la Visitazione, le nozze di Cana e la scena ai piedi della croce sono tra le pagine più ricche e significative dei Vangeli.

La Sacra Tradizione

Secondo la dottrina cattolica, la Rivelazione divina è trasmessa sia oralmente che per iscritto, con la fede radicata nella Scrittura e nella Tradizione. Questo deposito sacro è affidato alla Chiesa e ha trovato nei Santi Padri, sin dal secondo secolo, grandi interpreti dei contenuti mariologici. Essi hanno sviluppato temi come il parallelismo tra Eva e Maria, e tra Maria e la Chiesa.

L’approfondimento della Tradizione continua incessantemente nella Chiesa, sotto la guida dello Spirito Santo, che conduce alla piena comprensione del ruolo di Maria nella storia della Salvezza. Studiare la Tradizione permette di riscoprire le origini di molte usanze devozionali mariane e di alcune importanti dottrine.

La Santa Liturgia

Raffaello – Madonna della Rosa (Prado) – Wikipedia, pubblico dominio

La liturgia è un’espressione viva e fondamentale della fede della Chiesa. Celebrando il mistero di Cristo e l’intera storia della Salvezza, la liturgia rivela il ruolo di Maria come redenta e compagna generosa del Redentore. In essa emergono tre aspetti importanti:

  • Fonte viva, selettiva e complessiva: la liturgia non è solo una serie di testi scritti, ma una celebrazione attiva che esprime e approfondisce la fede.
  • Partecipazione redentrice: Maria appare unita all’opera redentrice del Figlio e alla stirpe di Adamo, come creatura redenta.
  • Modello di santità: Maria è presentata ai fedeli come esempio di virtù, invitando alla conformazione con lei per avvicinarsi maggiormente a Cristo.

Il Magistero della Chiesa

Il Magistero ha svolto un ruolo cruciale nello sviluppo della Mariologia, intervenendo per difendere dottrine come la verginità e la maternità divina di Maria. Ha inoltre riconosciuto i fondamenti biblici della venerazione mariana e ha proclamato dogmi come l’Immacolata Concezione e l’Assunzione al cielo.

Tuttavia, nella riflessione mariologica, è necessario evitare sia l’eccessiva dipendenza dal Magistero, sia la sua sottovalutazione, poiché esso fornisce un criterio essenziale per il discernimento teologico.

Assunzione di Guido Reni, 1642 – Wikipedia, pubblico dominio

La Funzione del Sensus Fidelium

Il sensus fidelium ha giocato un ruolo significativo nello sviluppo della dottrina mariana, in particolare nel processo che ha portato alla definizione dei dogmi dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione al cielo. È spesso indicato come una delle testimonianze della fede del popolo di Dio, capace di influenzare e orientare la riflessione teologica della Chiesa. Tuttavia, tale affermazione, se non adeguatamente compresa, potrebbe far pensare che tali dogmi si basino più sul pio sentimento dei fedeli che su solide fondamenta teologiche e scritturali.

Per evitare tale fraintendimento, è necessario fare alcune precisazioni:

  • Il rapporto tra sensus fidelium e sensus Ecclesiae: Il sensus fidelium non può essere separato dal sensus Ecclesiae, che include il consenso dei vescovi, la liturgia, le istituzioni ecclesiali e altre espressioni della tradizione della Chiesa. Esso è un aspetto della partecipazione attiva del popolo di Dio alla vita e alla fede della Chiesa e si manifesta attraverso il consenso spirituale tra i fedeli e i pastori. In questo modo, il sensus fidelium non agisce autonomamente, ma in armonia con l’insegnamento del Magistero, fungendo da riflesso e sedimentazione delle verità di fede all’interno del corpo ecclesiale.
  • Il ruolo del sensus fidelium nella dottrina mariana: Nel corso dei secoli, il sensus fidelium ha svolto un ruolo cruciale nel discernimento delle verità di fede riguardanti la Vergine Maria. I fedeli, guidati dall’intuizione spirituale, hanno compreso la legittimità del titolo di Theotokos (Madre di Dio) attribuito a Maria durante il Concilio di Efeso (431), riconoscendo in esso l’espressione piena della sua maternità divina. Hanno inoltre accolto con fede la dottrina della perpetua verginità di Maria, intesa come segno della sua consacrazione totale a Dio.
  • L’intuizione spirituale del popolo di Dio: Il sensus fidelium ha anche colto in profondità la logica della santità di Dio, che richiedeva che il “tempio” che avrebbe ospitato il Verbo fatto carne fosse immacolato fin dal primo istante della sua esistenza. Questa intuizione ha preparato la strada per la proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione nel 1854. Allo stesso modo, il popolo di Dio ha riconosciuto che la Vergine Maria, nuova Arca dell’Alleanza, non poteva essere soggetta alla corruzione della morte, intuizione che ha contribuito al riconoscimento dell’Assunzione al cielo, proclamata dogma nel 1950.
  • Il legame tra sensus fidelium e Magistero: Il Magistero della Chiesa ha riconosciuto e accolto gli apporti del sensus fidelium, consapevole che i fedeli, partecipando alla funzione profetica di Cristo, sono animati dallo Spirito di Verità. Questo Spirito guida la Chiesa alla piena comprensione delle verità divine, inclusi gli aspetti riguardanti Maria. Il Concilio Vaticano II, nella costituzione Lumen Gentium (n. 12), ha rivalutato il ruolo del sensus fidelium, affermando che anche i laici sono protagonisti attivi nella comprensione e nella trasmissione del deposito della fede.

Il sensus fidelium non è, quindi, un semplice sentimento popolare, ma un’espressione autentica della fede viva del popolo di Dio, illuminata e guidata dallo Spirito Santo. Questa realtà si manifesta nel corso della storia della Chiesa, soprattutto nei momenti cruciali di definizione dottrinale, quando il consenso dei fedeli ha svolto un ruolo determinante nel discernimento della verità divina.

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