All’inizio dell’epoca storica, il fenomeno del sincretismo, ovvero l’integrazione di elementi dottrinali diversi per rispondere a esigenze pratiche e creare un sistema ideologico o religioso unitario, portò a una fusione tra diverse divinità. Le divinità egizie iniziarono così a condividere aspetti, attributi e funzioni o a formare triadi a carattere familiare, consolidando una struttura più organica nel loro pantheon.

Ecco alcune delle principali triadi associate alle città più importanti dell’antico Egitto:

  • Tebe: Amon, Mut e Khonsu
  • Elefantina: Khnum, Satet e Anuket
  • Edfu: Horus, Hathor e Harsomtous
  • Menfi: Ptah, Sekhmet e Nefertum
  • Kom Ombo: Haroeris, Hathor e Sobek

Ramses e gli dei della Triade di Menfi – Wikipedia, pubblico dominio.

Il pantheon egizio era dominato da tre grandi divinità principali:

  • Ra, il dio sole, capo e padre degli dèi, primo a emergere dalle acque primordiali;
  • Iside, protettrice di coloro in difficoltà e incarnazione della saggezza e della magia;
  • Seth, il dio del caos e della distruzione, rappresentazione delle forze malvagie.

Gli Egizi cercavano il favore delle divinità costruendo imponenti monumenti, spesso in marmo nero, dedicati al culto. Ogni città venerava particolari divinità in base alle sue tradizioni locali, anche se il pantheon comprendeva un vasto numero di dèi minori. Il faraone, considerato un dio in terra, fungeva da capo spirituale, guidando il culto con il supporto dei sacerdoti. Tra i simboli più visibili e iconici dell’adorazione divina vi erano i grandi obelischi di pietra, eretti per onorare gli dèi e visibili da chilometri di distanza.

La mitologia egizia era popolata anche da un ricco bestiario mitologico, che comprendeva creature straordinarie come mummie animate, serpenti alati, scarabei sacri, sfingi enigmatiche, fenici risorgenti e misteriosi mostri marini.

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