
Ostara by Johannes Gehrts – Wikipedia, pubblico dominio
Il termine “equinozio” deriva dal latino e significa “notte uguale”, in riferimento alla durata del giorno e della notte che, in teoria, dovrebbero equivalersi. Questa definizione si basa sull’intervallo di tempo tra due passaggi consecutivi del centro apparente del Sole all’orizzonte di un dato luogo. Secondo questo criterio, il giorno dovrebbe durare esattamente 12 ore, così come la notte. Tuttavia, a causa della rifrazione atmosferica, del semidiametro solare e della parallasse, il giorno risulta leggermente più lungo.
Durante gli equinozi, il Sole dovrebbe sorgere esattamente a est e tramontare esattamente a ovest, ma ciò non avviene in modo perfetto. Questo perché l’equinozio è un istante preciso e non può coincidere con entrambi gli eventi nello stesso giorno.
Gli equinozi sono anche punti di riferimento nel cielo. L’equinozio di primavera nell’emisfero settentrionale è noto come punto vernale o punto dell’Ariete (γ), sebbene, a causa della precessione degli equinozi, non si trovi più nella costellazione da cui prende il nome. Il momento esatto in cui il Sole attraversa questo punto può essere calcolato con precisione, confermando che l’equinozio è un istante specifico, piuttosto che un’intera giornata.
Se l’equinozio d’autunno segna l’inizio della metà oscura dell’anno, quello di primavera rappresenta l’opposto: l’inizio della metà luminosa, in cui le ore di luce superano quelle di buio. È il primo giorno della primavera, stagione della rinascita, tradizionalmente associata a fertilità, rinnovamento e nuovi inizi.

Adone. Marmo, torso antico restaurato e completato da Duquesnoy. – Wikipedia, pubblico dominio
Nella storia, molte tradizioni e miti hanno celebrato il passaggio alla primavera attraverso rituali di sacrificio e rinascita. Nell’antica Grecia, dopo l’equinozio si tenevano le Adonìe, feste dedicate alla resurrezione di Adone, il giovane amato da Afrodite, ucciso da un cinghiale (forse incarnazione del geloso Ares). Questo mito richiama le celebrazioni assiro-babilonesi in onore di Tammuz e della dea Ishtar, il cui simbolismo riflette l’unione tra il cielo e la terra, tra una divinità maschile solare e una femminile lunare o terrena.
In molte culture, la primavera era anche la stagione degli accoppiamenti rituali e delle nozze sacre, in cui il Dio e la Dea si univano per garantire la fertilità della terra. Simbolicamente, i fuochi rituali accesi sulle colline rappresentavano questa energia rinnovatrice: più a lungo ardevano, più prospera sarebbe stata l’annata.
L’equinozio e la cristianizzazione della Pasqua
Come molte antiche festività pagane, anche l’Equinozio di Primavera fu assimilato dalla tradizione cristiana. La data della Pasqua fu fissata nel IV secolo d.C. come la prima domenica dopo la prima luna piena successiva all’equinozio.
Curiosamente, il nome inglese della Pasqua, Easter, richiama la divinità pagana Eostre (o Ostara), dea nordica associata alla stella del mattino Venere. Proprio come Venere, Afrodite e Ishtar, Eostre era legata ai cicli della primavera e della fertilità.
A lei era sacra la lepre, simbolo di fecondità e animale venerato in molte culture. I Britannici la collegavano alla luna e alla caccia, mentre i Celti la consideravano una creatura profetica. Nelle antiche leggende, la lepre di Eostre deponeva un uovo sacro, simbolo della rinascita dell’anno. Questo mito ha dato origine alla figura del coniglio pasquale, che oggi porta in dono le uova, antico simbolo di fertilità.
Un altro simbolo dell’equinozio è il trifoglio, pianta associata all’Irlanda. Secondo la tradizione, San Patrizio (festeggiato il 17 marzo, vicino all’equinozio) lo utilizzò per spiegare la Trinità cristiana.

La Triscele, xilografia di Giuseppe Barberis. – Wikipedia, pubblico dominio
In realtà, questa leggenda è tardiva, risalente al XVIII secolo. In origine, il trifoglio era legato al simbolo della triskele, un’antica ruota solare a tre bracci. La variante a quattro foglie, invece, rappresentava la croce celtica e il cerchio delle quattro direzioni, tutti simboli molto più antichi del Cristianesimo.
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