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L’eterno sogno di un aldilà…

Parlare dell’aldilà significa addentrarsi in un territorio immenso, fatto di credenze, simboli, speranze e paure. Non esiste una sola risposta a questa domanda, perché ogni cultura, ogni religione, ogni epoca ha dato forma alla propria idea di ciò che succede dopo la morte.

Piuttosto che cercare una visione unica, possiamo guardare ad alcune delle rappresentazioni più significative, anche molto lontane tra loro per tempo e geografia, per cogliere la varietà di modi in cui l’umanità ha immaginato il destino dell’anima, o dell’Io, una volta superata la soglia della vita.

Con “aldilà” si intende, in senso generale, qualsiasi forma di esistenza oltre la vita terrena. Ma non è un concetto universale: alcune tradizioni, come il buddhismo originario, non prevedono un luogo ultraterreno. Dopo la morte, lo spirito può reincarnarsi o dissolversi nel Nirvana, dove si annulla ogni individualità. Anche alcuni pensieri deisti o umanisti escludono l’idea di un’esistenza oltre la morte.
Quando invece si ipotizza un “luogo” che attende i defunti, le immagini si moltiplicano: da regni nebbiosi a giardini paradisiaci, da castighi infernali a nuove vite che proseguono altrove. Vediamo alcuni esempi emblematici.

Image by Gerd Altmann from Pixabay

Dal nulla all’eternità: come si immagina l’aldilà:

  • Svanire nel nulla
    I Serer del Senegal immaginano Hunulu, un aldilà privo di sensazioni, dove l’anima resta sospesa fino a dissolversi completamente.
  • Un’ombra di vita
    Nella Grecia antica, l’aldilà è una terra grigia e senza emozioni. Le anime vagano come ombre, lontane dai piaceri e dai dolori del mondo.
  • Un passaggio per purificarsi
    I Sumeri, in epoca arcaica, credevano che l’anima si fermasse brevemente in un aldilà dove si purificava, prima di tornare a incarnarsi in una nuova vita.
  • La vita che continua
    Per i Maya, la morte non era una fine, ma un passaggio. Nell’aldilà, ciascuno continuava a vivere nel ruolo sociale che aveva sulla Terra, senza cambiamenti.
  • Il mondo al contrario
    Presso i Kisi della Guinea, l’aldilà è il rovescio della realtà: i giovani diventano anziani, le donne uomini, la destra sinistra. Ma il carattere dell’anima resta immutato.
  • Premi e punizioni
    In molte religioni, l’aldilà è il luogo in cui le anime vengono premiate o punite per ciò che hanno fatto in vita.
    Nel cristianesimo, i beati contemplano Dio eternamente, liberi dai bisogni terreni.
    Nell’Islam, i giusti trovano giardini rigogliosi, fontane, delizie sensuali e pace eterna: un paradiso ricco di bellezza e armonia.

Come si arriva nell’aldilà?

Oltre a chiedersi cosa ci sia dopo la morte, molte culture si sono interrogate su come si raggiunga l’aldilà. Anche qui, le risposte sono varie:

  • Tutti vanno nello stesso posto
    Per i popoli germanici antichi, ogni morto, buono o cattivo, raggiungeva lo stesso aldilà.
  • Serve una guida spirituale
    I Moso (Cina sud-occidentale) credevano che lo sciamano guidasse l’anima con una mappa, per attraversare ponti e superare pericoli fino alla “città dei demoni”.
  • Occorre superare prove difficili
    Per gli Altaj (Siberia), l’anima affrontava deserti, oceani, ostacoli e un ponte per giungere al cospetto del re degli inferi.
  • Contano i meriti della comunità
    Tra i Celti Oisiri, non è l’individuo a meritare l’aldilà, ma l’intera comunità: solo se il villaggio ha prosperato, tutti ottengono una seconda vita. Chi è stato escluso dal gruppo, invece, fallisce il viaggio ultraterreno.
  • Dipende da come si è morti
    Gli Aztechi avevano regole complesse:
    • I caduti in battaglia andavano nel regno del Sole Levante.
    • Le donne morte di parto in quello del Sole Ponente.
    • I bambini in un giardino dove gli alberi avevano mammelle da cui nutrirsi.
    • Chi era annegato o colpito da fulmini andava in un mondo fresco e fertile.

Image by Pete Linforth from Pixabay

Il giudizio divino

In alcune tradizioni, la divinità non è più solo osservatrice, ma giudice:

  • Dio giudica già in vita
    Sia nei testi babilonesi sia nel pensiero protestante, il successo terreno è considerato segno di approvazione divina. Chi soffre in vita è già stato condannato, e la morte non cambia il verdetto.
  • Dio giudica dopo la morte
    In Egitto, l’anima si presenta a Osiride, il sovrano dell’oltretomba. Per ottenere la vita eterna, deve dichiararsi innocente: il “Libro dei Morti” suggeriva le parole giuste, come “Non ho ucciso”, “Non ho affamato nessuno”, “Non ho mentito in tribunale”…

Conclusione: l’aldilà come specchio dell’uomo

Ogni cultura ha elaborato un’idea di aldilà coerente con la propria visione del mondo. Che si tratti di un giardino, di un abisso, di un giudizio o di un’eterna sospensione, l’aldilà riflette ciò che una civiltà considera giusto, desiderabile, temibile.
In fondo, immaginare cosa ci attende dopo la morte è un modo per capire cosa riteniamo più importante durante la vita.

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