Licaone, figlio di Pelasgo e Melibea (o, secondo Dionigi di Alicarnasso, di Pelasgo e Deianira), fu re dell’Arcadia e padre di Enotro. Secondo la tradizione, ebbe cinquanta figli, noti per la loro empietà e arroganza. Il suo regno era segnato da una pratica crudele: uccideva tutti gli stranieri che vi mettevano piede.

Jan Cossiers (da Pieter Paul Rubens) – Giove e Licaone – Museo del Prado – Wikipedia, pubblico dominio

Un giorno, Zeus si presentò alla sua corte sotto le sembianze di un viandante. Diffidente, Licaone decise di metterlo alla prova, offrendogli un banchetto a base di carne umana per verificare se fosse davvero un dio. Inorridito dall’empietà del sovrano, Zeus lo punì fulminandolo o, secondo alcune versioni, trasformandolo in un lupo, sterminando poi anche i suoi figli.

Hendrik Goltzius – Licaone trasformato in un lupo – Los Angeles County Museum of Art – Wikipedia, pubblico dominio.

In alcune varianti del mito, l’ira di Zeus per questo atto sacrilego fu la causa del grande diluvio da cui si salvarono solo Deucalione e Pirra.
In altre, Licaone offrì al dio le carni del proprio figlio Nittimo.

François Boucher – La ninfa Callisto, sedotta da Giove nelle vesti di Diana – 1759 – Wikipedia, pubblico dominio

Licaone fu anche padre di Callisto, che, sedotta da Zeus, generò Arcade, l’eroe eponimo dell’Arcadia. Il suo mito sembra essere legato a un oscuro rito arcadico, di cui le fonti antiche tramandano notizie frammentarie: si racconta che una vittima umana venisse sacrificata e le sue carni mescolate a quelle animali. Chi ne avesse mangiato sarebbe stato costretto a vivere tra i lupi per otto anni.

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