L’Idra di Lerna è una creatura mitologica che riscontriamo nei racconti dell’antica Grecia, famosa per la sua forma mostruosa e il suo ruolo nei miti eroici. È un simbolo del potere devastante della natura, incarnato in un essere tanto temibile quanto straordinario. Associata alla palude di Lerna, nel Peloponneso, l’Idra è una delle creature più iconiche affrontate dagli eroi greci.

L’Idra di Lerna, figlia di Tifone ed Echidna, apparteneva a una stirpe di creature mostruose. Tra i suoi fratelli figuravano Cerbero, Ortro, la Chimera e, secondo alcune versioni, il Leone di Nemea.
L’Idra di Lerna, temibile essere serpentino, era descritto come un enorme serpente con molte teste, il cui numero variava nelle diverse versioni del mito. Secondo la tradizione più comune, l’Idra aveva nove teste, di cui una immortale. Una delle caratteristiche più inquietanti della creatura era la sua capacità rigenerativa: quando una delle sue teste venne tagliata, ne ricrescevano due al posto di quella persa. Questa capacità rende l’Idra quasi invincibile, una sfida apparentemente impossibile per chiunque tentasse di sconfiggerla.

Cornelis Cort – Incisione sulla seconda fatica di Eracle: uccidere l’Idra di Lerna – Wikipedia, pubblico dominio

Il mito più famoso che riguarda l’Idra di Lerna è quello della sua lotta contro Eracle (Ercole nella tradizione romana). L’uccisione dell’Idra costituiva la seconda delle dodici fatiche assegnati all’eroe come parte della sua espiazione per aver ucciso la propria famiglia in un raptus di follia indotto dalla dea Era.

Eracle si recò nella palude di Lerna con il suo giovane aiutante Iolao per affrontare l’Idra. Il combattimento si rivelò estremamente difficile a causa della rigenerazione delle teste. Ogni volta che Eracle ne tagliava una, due nuove teste emergevano, rendendo il compito sempre più arduo.
Tuttavia, con l’aiuto di Iolao, l’eroe trovò una soluzione: dopo aver tagliato le teste, Iolao cauterizzava le ferite con torce ardenti, impedendo così alle teste di ricrescere. Infine, Eracle riuscì a decapitare la testa immortale dell’Idra e a seppellirla sotto una pesante roccia.

Antonio del Pollaiolo – Ercole e l’idra, Firenze, Uffizi – Wikipedia, pubblico dominio

Alla sua morte, l’Idra venne tramutata da Era nella costellazione omonima, come tributo alla sua forza maligna. Simile destino toccò a Carcino, il granchio che, intervenuto in aiuto del mostro durante lo scontro con Eracle, venne trasformato nella costellazione del Cancro.
Eracle, nonostante l’impresa eroica di aver sconfitto l’Idra, tornò da Euristeo per ricevere il meritato riconoscimento, ma la prova venne invalidata. Il re sostenne che il successo non era stato frutto della sua sola abilità, ma falsato dall’aiuto di Iolao

Il mito dell’Idra è spesso interpretato come una rappresentazione delle difficoltà che si moltiplicano mentre si cerca di risolverle, un tema comune in molte storie eroiche. La capacità della creatura di rigenerare le teste simboleggia la natura incessante dei problemi, e la lotta di Eracle può essere vista come un’allegoria della perseveranza e dell’ingegno di fronte a ostacoli apparentemente insormontabili.

Inoltre, l’Idra è stata vista anche come simbolo del caos e della distruzione della natura incontrollata, che solo un eroe di grande forza e coraggio può dominare. La palude di Lerna stessa era un luogo associato al mistero e alla morte, considerato un portale verso il mondo dei morti, e l’Idra incarnava la forza oscura di questo luogo liminale tra il mondo dei vivi e quello dei defunti.

 

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