Lucio Anneo Seneca nacque a Cordova, la capitale della provincia romana della Spagna Betica, una delle più antiche colonie fondate al di fuori dell’Italia.
I suoi fratelli erano Novato e Mela, quest’ultimo padre del celebre poeta lucano.
La data esatta della sua nascita rimane incerta, con gli studiosi che generalmente collocano l’evento tra l’1 e il 4 a.C., con l’anno 4 a.C. considerato il più probabile. Fin da giovane, Seneca soffrì di problemi di salute, tra cui svenimenti e attacchi di asma, malattie che lo affliggeranno per tutta la vita.
Trasferitosi a Roma per volere del padre, ricevette un’educazione completa, specialmente in retorica e letteratura, anche se la sua vera passione fu sempre la filosofia. Il suo sviluppo intellettuale fu fortemente influenzato dalla frequentazione della scuola cinica dei Sestii, dove Quinto Sestio divenne per lui un modello di vita ascetica. Questo insegnamento lo portò a praticare regolarmente l’esame di coscienza come strumento di miglioramento personale.
Seneca fu anche allievo di importanti filosofi come Sozione di Alessandria, Attalo e Papirio Fabiano, che rappresentavano rispettivamente il neopitagorismo, lo stoicismo e il cinismo.
Da loro apprese non solo dottrine filosofiche, ma anche uno stile di vita coerente con gli ideali di queste scuole. Attalo, in particolare, lo introdusse ai principi dello stoicismo e alle pratiche ascetiche, mentre Sozione lo spinse, per un certo periodo, a seguire una dieta vegetariana basata sugli insegnamenti pitagorici.
Nel 26 dC, a causa delle sue frequenti crisi di asma e di una bronchite cronica, Seneca si recò in Egitto, ospite del procuratore Gaio Galerio, marito della sorella di sua madre Elvia. Qui, entrò in contatto con la cultura egizia, ampliando la sua comprensione delle dinamiche politiche e della visione religiosa di quel tempo.
Ritornato a Roma, intraprese la carriera forense e politica, divenendo questore e accedendo al Senato.
La sua eloquenza lo rese celebre, tanto da suscitare la gelosia dell’imperatore Caligola, che nel 39 d.C. cercò di eliminarlo, temendo le sue idee politiche a favore delle libertà civili. Seneca si salvò grazie all’intervento di un’amante dell’imperatore, che lo rassicurò sul fatto che la sua salute precaria lo avrebbe comunque condotto presto alla morte.
Nel 41 d.C., sotto il regno di Claudio, Seneca fu esiliato in Corsica con l’accusa di adulterio con Giulia Livilla, sorella di Caligola.
Rimase in esilio fino al 49 d.C., quando Agrippina Minore, madre di Nerone, ottenne il suo ritorno a Roma, nominandolo tutore del giovane principe.
Durante i primi anni del regno di Nerone (54-68 dC), Seneca ebbe un ruolo di primo piano, guidando il giovane imperatore e contribuendo al cosiddetto “periodo del buon governo“, i primi cinque anni del suo principato.
Tuttavia, con il tempo, il rapporto tra i due si deteriorò, portando Seneca a ritirarsi progressivamente dalla vita pubblica per dedicarsi ai suoi studi filosofici.
Nel frattempo, Nerone sviluppò una crescente ostilità verso Seneca e sua madre Agrippina. Dopo aver fatto uccidere la madre nel 59 d.C. e il prefetto Afranio Burro nel 62 d.C., Nerone cercò solo un pretesto per eliminare anche Seneca. L’occasione arrivò nel 65 d.C., con la congiura dei Pisoni, una trama per assassinare l’imperatore. Pur non essendo direttamente coinvolto, Seneca fu accusato di complicità e costretto a togliersi la vita.
Seneca affrontò la morte con la serenità e la fermezza propria del suo credo stoico.
vedi anche:
- C’è un tempo per…. di Lucio Anneo Seneca
.
.