Marie-Jeanne Bécu, contessa du Barry nasce a Vaucouleurs il 19 agosto 1743. La storia la ricorda come Madame du Barry: è stata l’ultima favorita del re Luigi XV di Francia.
Durante la sua permanenza a Versailles si rese protagonista di un temibile intreccio di intrighi. Morì all’età di 50 anni a Parigi, il giorno 8 dicembre 1793, durante il cosiddetto periodo del Terrore, seguito alla Rivoluzione Francese.

Élisabeth Louise Vigée Le Brun – Ritratto di Madame Du Barry- Philadelphia Museum of Art – Wikipedia, pubblico dominio

Jeanne Bécu de Cantigny fu messa in collegio presso le dame di Saint-Aure, nel convento parigino della rue Neuve-Sainte-Geneviève. Ci restò nove anni, dove soffrì per le regole severe, ma apprese moltissime materie.

Nel 1759, dopo aver passato 5 mesi in un salone di parrucchieri chiamato Lametz, entrò al servizio della vedova di un fermier generale, Élisabeth de Delay de Lagarde (nata Roussel), ritirata nel suo castello di La Courneuve. A contatto con l’alta società, acquisì poco a poco la spigliatezza e i modi distinti che non la lasceranno più.

Jeanne fu ricevuta in molti saloni parigini, dove Jean-Baptiste, conte du Barry-Cérès, un gentiluomo tolosano quarantenne, celebre nei circoli della galanteria per la sua depravazione e per l’assenza totale degli scrupoli, fece la sua conoscenza.
Jeanne divenne la sua amante quando aveva solo 19 anni. Qualche anno dopo, Jean-Baptiste volle fare l’elogio della sua conquista al maresciallo di Richelieu, vecchio libertino stimato a corte, che immaginò di presentarla al re Luigi XV.

François-Hubert Drouais – Luigi XV, re di Francia e Navarra – Palace of Versailles – Wikipedia, pubblico dominio

L’incontro tra Jeanne ed il re avvenne discretamente, durante la primavera 1768, dall’intermediario di Dominique Lebel, primo valletto di camera del re. Questa operazione non era priva di movente politico per Richelieu, che voleva contrastare il ministro Étienne François de Choiseul. Quest’ultimo, elevato ministro dalla defunta Madame de Pompadour, sperava di far diventare sua sorella, la duchessa de Grammont, la nuova amante del re o, in caso contrario, anche un’altra donna a sua scelta.

Luigi XV s’innamorò follemente di Jeanne, dotata di un immenso fascino, e i cui talenti nell’amore gli davano una nuova gioventù. Il re, sempre molto bello ma avanti negli anni (ne aveva allora 58) e nevrastenico, desiderava fare di Mademoiselle de Vaubernier la sua nuova favorita. Ma ciò non poteva accadere senza una presentazione ufficiale a corte da parte di una persona che vi avesse le sue entrature, e senza che la persona presentata fosse sposata.

Il cavaliere Jean-Baptiste Dubarry, avendo già preso moglie fece sposare Jeanne a suo fratello minore, il conte Guillaume Dubarry. Sposata e munita di un cognome più in vista di Bécu, Madame la contessa du Barry, fu presentata a Corte il 22 aprile 1769.

A differenza di Madame de PompadourJeanne du Barry si adattò perfettamente agli usi della corte ma non s’interessava agli affari e non cercava di giocare un ruolo politico – di questo Luigi XV le fu grato.

François Boucher – La marchesa di Pompadour – Louvre Museum – Wikipedia, pubblico dominio

Il re le donò il castello di Louveciennes, tuttavia, il clan Choisuel non demordeva. Uno di loro, Mathieu-François Pidansat de Mairobert, pubblicò delle memorie segrete, (Anecdotes sur Mme la comtesse du Barry) all’origine degli attacchi di cui Madame du Barry fu costantemente l’oggetto. Diffondeva o suscitava delle canzoni licenziose, opuscoli ignobili, anche dei libelli pornografici (quali L’Apprentissage d’une fille de modes o L’Apothéose du roi Pétaud).

Prevenuta contro Madame du Barry dal suo arrivo in Francia nel 1770, la giovanissima Delfina, dal carattere integro, le dimostrò subito una viva antipatia. Incoraggiata dal clan Choiseul e Mesdames, figlie di Luigi XV, la trattò con un disprezzo ostentato, rifiutandosi di rivolgerle la parola e, pertanto, impedendo a Madame du Barry di poterle parlare. Infatti, il protocollo di corte prevedeva che il nobile di rango più inferiore dovesse attendere necessariamente che quello di rango superiore iniziasse una conversazione con lui o lei, prima di poter parlare a sua volta.

Questo rifiuto della Delfina a parlare alla du Barry costituiva una grande offesa, indisponendo tutti, dal re fino ai cancellieri, tanto che fu necessario che la stessa imperatrice d’Austria, madre della Delfina, imponesse da Vienna a sua figlia un comportamento più diplomatico. Sotto l’influenza di sua madre e dei suoi tutori, finì per dirle una frase di nove parole, in occasione del primo dell’anno:

«Il y a bien du monde aujourd’hui à Versailles» (Ci sono molte persone oggi a Versailles).

Nel 1771, in seguito alle continue umiliazioni inflitte a Madame du Barry – tra l’altro al teatro del castello di Fontainebleau – Luigi XV decise di licenziare Choiseul e lo sostituì con il duca d’Aiguillon, cosa che accrebbe il rancore di Maria Antonietta.

Consacrata ormai compagna reale ufficiale, Madame du Barry organizzò il matrimonio del conte di Provenza (fratello minore di Luigi XVI) con Maria Giuseppina di Savoia.

Tuttavia, per riscattare i peccati del padre (l’ultimo era la sua relazione dichiarata con Madame du Barry), la più giovane delle figlie di Luigi XV, Madame Luisa – mistica dall’infanzia – entrò nel carmelo di Saint-Denis il 10 ottobre 1770 e vi pronunciò i voti il 12 settembre 1771.

Di gran gusto, come testimoniano le sue collezioni descritte da Charles Vatel, Madame du Barry ha, in un certo modo, inventato lo stile Luigi XVI.

In ogni modo, elegante e di gusto raffinato, la contessa du Barry esercitò un’influenza preponderante sulla moda della sua epoca. Lanciò soprattutto la moda delle stoffe a righe, che durerà in tutta Europa fino alla fine del XVIII secolo.

Nel 1789, la contessa du Barry offrì i suoi servigi alla corte. Nell’ora del pericolo, quando molti cortigiani si rifugiarono all’estero, lei non cessò di sostenere dall’interno la contro-rivoluzione nascente. Ma il suo passato la rese sospetta. Per i rivoluzionari, ciò che restava della fortuna della sua antica condizione di amante reale ne fece un bersaglio perfetto.

Il 10 agosto il Palazzo delle Tuileries fu preso d’assalto dai rivoltosi e la famiglia reale venne incarcerata alla Torre del Tempio.
I massacri di settembre insanguinarono Parigi e terrorizzarono la provincia.

Dopo l’esecuzione di Luigi XVI (21 gennaio 1793), che non esitò a piangere, alla vigilia della dichiarazione di guerra contro la Gran Bretagna, Madame du Barry tornò precipitosamente in Francia per evitare l’apposizione di sigilli sulla sua proprietà di Louveciennes. Ma in quell’epoca, un soggiorno in Inghilterra era equiparato ad un aiuto agli emigrati e implicava l’arresto e quindi la condanna.

Hopkins, Tighe. “The Dungeons of Old Paris”, 1897. – Madame du Barry, condotta al patibolo – Wikipedia, pubblico dominio

Madame du Barry fu denunciata da George Greive, identificato più tardi come un agente inglese in Francia. Implacabile nel volere la sua rovina, sembra aver desiderato fortemente le sue carte e, soprattutto, la sua corrispondenza con Brissac. Quest’ultima forniva preziose informazioni sugli sforzi dei monarchici dell’interno per salvare la monarchia assoluta, per esempio finanziando le guerre di Vandea. Sembra anche possibile che Greive abbia venduto questa corrispondenza al suo governo.

Malgrado una petizione firmata in suo favore da 59 abitanti di Louveciennes, Madame du Barry divenne sospetta subito dopo l’approvazione della legge dei sospetti (17 settembre 1793).
Dichiarata nemica della rivoluzione, fu imprigionata a Saint-Pélagie il 22 settembre 1793.

Trasferita alla Conciergerie, il suo processo si aprì il 6 dicembre davanti al Tribunale rivoluzionario. Il giorno seguente, dopo un rapido processo presieduto da Fouquier-Tinville, fu condannata alla ghigliottina.
L’esecuzione ebbe luogo nell’attuale Piazza della Concordia l’8 dicembre (18 Frimaio anno II del calendario repubblicano).


Stralcio testo tratto dalla pagina: biografieonline.it  e rilasciato con licenza CC BY-NC-ND 2.5 IT

 

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