Nel 1046 nacque Matilde, figlia di Beatrice di Lorena e di Bonifacio, duca di Lombardia e Toscana.
Ultima discendente della dinastia tedesca degli Attonidi, Matilde ereditò un vastissimo patrimonio feudale, che la rese una figura di spicco nella storia medievale.
Alla morte del padre nel 1052, Matilde, appena nove anni, si trovò a capo di un immenso territorio comprendente i ducati di Reggio Emilia, Modena, Parma, Piacenza, Ferrara e numerosi altri feudi.
La sua residenza principale era il castello di Canossa, situato sull’Appennino reggiano, che divenne celebre per gli eventi storici che vi si svolsero.

Ritratto di Matilde di Canossa, Marchesa di Toscana. – Wikipedia, pubblico dominio

Matilde fu una figura straordinaria: intelligente, audace e abile sia nell’uso delle armi sia nell’amministrazione delle leggi. Sostenitrice delle arti e promotrice della cultura, contribuì in modo significativo alla nascita dell’Università di Bologna, offrendo la sua protezione al giurista Irnerio, fautore del rinascimento degli studi sul Diritto Romano.

Il ruolo di Matilde si intrecciò profondamente con la lotta tra Papato e Impero, in particolare durante il conflitto tra Papa Gregorio VII e l’imperatore Enrico IV.
Grazie alla sua posizione strategica e alla forza del suo esercito, Matilde riuscì a proteggere efficacemente lo Stato Pontificio dalle incursioni tedesche, dimostrando una visione politica che anticipava, di quasi otto secoli, il desiderio di un’Italia unita.

Mappa d’Italia, circa 1050 – Wikipedia, pubblico dominio

La fama di Matilde è legata soprattutto all’episodio noto come “l’umiliazione di Canossa”.
Nel Natale del 1075, Papa Gregorio VII fu rapito dall’esercito imperiale durante la celebrazione della messa, un atto che provocò una dura risposta da parte del pontefice: la scomunica di Enrico IV. Resosi conto della forza morale della Chiesa e della pressione del suo popolo, l’imperatore fu costretto a cercare il perdono del Papa.
Fu proprio grazie alla mediazione di Matilde che Enrico IV poté incontrare Gregorio VII nel castello di Canossa.
L’imperatore, come gesto di penitenza, attese per tre giorni e tre notti, scalzo e sotto la neve, prima di ottenere la revoca della scomunica. Questo episodio, simbolo di sottomissione, ha dato origine alla celebre espressione “andare a Canossa”, utilizzata ancora oggi per indicare un pubblico atto di pentimento. 

L’abate Ugone di Cluny e l’imperatore Enrico IV a Canossa, di fronte a Matilde di Canossa. Raffigurazione tratta dal manoscritto Acta Comitissae Mathildis di Donizone, XIV secolo. Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi – Wikipedia, pubblico dominio

Nonostante il suo coinvolgimento nella lotta tra Chiesa e Impero, Matilde riuscì a riconciliarsi con il successivo imperatore, Enrico V, che la nominò “Regina d’Italia”. Morì nel 1115 a Bondeno, vicino Ferrara. Nel 1632 le sue spoglie furono traslate a Roma, dove riposano nella Basilica di San Pietro, in un monumento funebre realizzato da Gian Lorenzo Bernini.

Pagina della Vita Mathildis. Da sinistra a destra: in alto: Atto (Adalberto Atto di Canossa) e sua moglie Ildegarda (Ildegarda). Sul fondo: Rodolfo. (forse un fratello di Tedald di nome Rudolph), Gotefred eps. (vescovo, forse un fratello di Tedald di nome Godfrey) e Tedaldus (Tedald di Canossa). – Wikipedia, pubblico dominio

Matilde di Canossa è ricordata come una delle figure più importanti della storia italiana. Per quarant’anni governò un vasto territorio, dimostrando abilità politica, coraggio militare e una profonda dedizione alla cultura e alla fede. La sua memoria resta indelebile, testimone di un’epoca in cui poche donne seppero emergere con altrettanta forza e autorità..

 

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