Mattia Preti (Taverna, 24 febbraio 1613 – La Valletta, 3 gennaio 1699) è stato un rinomato pittore italiano del periodo barocco, meglio conosciuto come il “Cavaliere Calabrese”. Nato in Calabria e insignito del titolo di cavaliere da papa Urbano VIII durante il suo periodo di attività a Roma, Preti ha avuto una carriera che si estende per oltre sessant’anni, lasciando un’impronta significativa nella pittura

Proveniente da una famiglia di ceto medio-alto, Preti nacque come terzo di numerosi figli, appartenenti a quella che nel 1605 era classificata come una famiglia “onorata”, non ricca di possedimenti, ma nota per le sue qualità morali e intellettuali, come sottolineato dallo storico Alfonso Frangipane.
Nel 1630, Mattia Preti si libera a Roma, dove visse con il fratello maggiore Gregorio, anch’egli pittore. Durante la sua permanenza nella capitale, entrò in contatto con lo stile di Caravaggio e dei suoi seguaci, il che influenzò in modo decisivo la sua tecnica artistica.

Roma fu il centro principale della sua formazione, ma Preti viaggiò molto, visitando la Spagna e le Fiandre, entrando in contatto con i pittori emiliani come Guercino e Giovanni Lanfranco. Queste influenze contribuirono a diversificare il suo stile, amalgamando il dramma caravaggesco con la luminosità e la ricchezza cromatica del

Nel 1653, Preti si stabilì a Napoli, dove il suo stile subì l’influenza del più giovane Luca Giordano, con il quale sviluppò un’importante sinergia artistica.
Durante il suo soggiorno napoletano, Preti contribuì alla crescita della scuola pittorica locale, affermandosi come uno degli artisti più rappresentativi del barocco.

Nel 1661, venne invitato a Malta dal Gran Maestro dell’Ordine di Malta, Raphael Cotoner, dove realizzò una vasta produzione artistica. Secondo lo storico dell’arte Antonio Sergi, Preti realizzò circa 400 opere tra dipinti e affreschi durante il suo soggiorno sull’isola. Nonostante l’impegno a Malta, continuò a mantenere i legami con la sua terra natale, Taverna, e a partire dal 1672 realizzò numerose opere per le chiese locali.

Mattia Preti morì il 3 gennaio 1699 a La Valletta, Malta, lasciando una ricca eredità artistica. La sua opera ha segnato profondamente non solo Napoli e Malta, ma anche l’intero panorama artistico barocco, ed è ancora oggi apprezzata per la sua maestria tecnica e il suo impatto.

 

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Mattia Preti – Vanità (Maria Maddalena) – Galleria degli Uffizi – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Enea, Anchise e Ascanio in fuga da Troia – Galleria Nazionale d’Arte Antica – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Sofonisba prende la coppa di veleno – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Diogene e Platone –
Musei Capitolini – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Giuditta e Oloforne – Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Concerto (Lezione di musica) – Roma, Galleria Doria Pamphilj – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – La resurrezione di Lazzaro – Galleria Nazionale d’Arte Antica – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Salvator Mundi (Stendardo di San Martino al Cimino) – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Crocefisso e santi francescani – Napoli, Basilica di San Lorenzo Maggiore – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Madonna della lettera – Museo Regionale di Messina – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Madonna di Costantinopoli – Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Madonna con Bambino e Sante Francescane – Napoli, Basilica di San Lorenzo Maggiore – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Sant’Antonio Abate – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Elemosina di san Martino (Stendardo di San Martino al Cimino) – Wikipedia, pubblico dominio

Mattia Preti – Ritorno del figliol prodigo – Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte – Wikipedia, pubblico dominio

 

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