
Gustave Moreau – Melpomene nel dipinto “Esiodo e la musa” (1891) – Wikipedia, pubblico dominio
Melpomene era inizialmente la musa del canto e dell’armonia musicale, ma in seguito divenne la musa della tragedia, forse a causa del suo legame con Dioniso.
La tragedia è una delle forme più antiche del teatro, nata nella Grecia del VI secolo a.C. dalla tradizione poetica e religiosa. Era dedicata a Dioniso, il dio del vino e dell’estasi, e celebrata con danze, canti e solenni festività in suo onore.
Melpomene viene solitamente raffigurata con un aspetto maestoso e severo, indossando un ricco abito e i coturni, i tipici sandali tragici. Tiene tra le mani una maschera tragica e, talvolta, uno scettro e un pugnale insanguinato, simboli del dramma e del pathos teatrale.
Secondo alcune tradizioni, dall’unione tra Melpomene e il dio fluviale Acheloo nacquero le Sirene, creature dal canto ammaliante, con testa di donna e corpo di uccello (o, secondo altre versioni, di pesce), capaci di incantare i marinai e trascinarli alla rovina. Altre fonti indicano Melpomene come madre del musico Tamiri.
Le sue sorelle, le altre Muse, sono:
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Calliope, musa della poesia epica
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Clio, musa della storia
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Euterpe, musa della poesia lirica
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Tersicore, musa della danza
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Erato, musa della poesia erotica
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Talia, musa della commedia
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Polimnia, musa degli inni
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Urania, musa dell’astronomia
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