Metaponto fu l’eroe eponimo e il leggendario fondatore della città che da lui prese il nome. Re potente e venerato, governava Icaria, e il suo destino si intrecciò con quello di due figli di sangue divino: Eolo e Beoto.
Gravava su Teano, sua sposa, il peso dell’infertilità, e Metaponto le impose un ultimatum crudele: se entro un anno non avesse generato un figlio, sarebbe stata ripudiata. Ma gli dèi, tessitori di imprevedibili trame, già avevano posto in moto i fili del destino.

Poseidone (Nettuno) -Image by Gordon Johnson from Pixabay
Una mortale, Melanippe, o forse Arne, giacque con il dio del mare, Poseidone, e concepì due gemelli. Ma suo padre, Eolo, rifiutò di credere alla sua unione divina e, come castigo la fece rinchiudere in una cella oscura, e abbandonò i neonati su un monte remoto. Eppure, la volontà di Poseidone non poteva essere infranta: una mucca apparve per nutrire i bambini, e un gruppo di pastori, stupiti dal prodigio, li raccolse. Tra loro vi era il mandriano Ippote, che si prese cura dei due neonati con dedizione paterna.
Quando Metaponto si allontanò per interrogare un oracolo, Teano, timorosa del ripudio, invocò l’aiuto di Ippote. Il mandriano le consegnò i gemelli, ed ella li presentò come suoi, ottenendo l’inganno il favore del re. Ma il destino volle che, tempo dopo, Teano concepisse davvero e partorisse due figli propri. Eppure, i due trovatelli, figli del Signore delle Onde, superavano in bellezza, fierezza e grazia ogni altro, guadagnandosi il cuore di Metaponto.
La gelosia di Teano si tramutò in furore. E quando il re si recò al tempio di Artemide Metapontina per compiere sacri riti, ella architettò un delitto: ordinò ai propri figli di accompagnare i fratellastri in una battuta di caccia e di ucciderli, celando l’omicidio sotto le spoglie di un incidente. Ma Poseidone vegliava. Nella lotta che seguì, i suoi figli prevalsero. Tornarono con i corpi dei due caduti, e alla vista dei propri figli senza vita, Teano, straziata e sconfitta, pose fine ai suoi giorni.
Eolo e Beoto fuggirono allora dal mandriano che li aveva cresciuti. Lì, Poseidone rivelò loro la verità sul loro sangue e ordinò che liberassero la madre prigioniera. I gemelli obbedirono, Arne riottenne la vista per grazia divina, e con i figli fece ritorno a Icaria.
Quando Metaponto apprese l’inganno della defunta sposa, accolse Arne come moglie e riconobbe Eolo e Beoto come propri eredi. Ma la pace fu breve: un nuovo capriccio lo spinse a ripudiare Arne e a prendere un’altra donna, Autolita. I due gemelli insorsero in difesa della madre e uccisero la nuova regina. Questo atto li condannò all’esilio.
Beoto si rifugiò con Arne presso il nonno Eolo, che gli affidò una parte del regno. Da lei, la regione fu detta Arne, e i suoi abitanti presero il nome di Beoti, in onore del giovane principe.

Antonio Randa – Giunone e il re Eolo alla Grotta dei venti – Wikipedia, pubblico dominio
Eolo, fratello audace, prese il largo con alcuni compagni e approdò sulle sette isole che sorgono nel mar Tirreno. Là, fondò il suo dominio e divenne celebre come custode dei venti, consigliere degli dèi, e signore delle Eolie, che da lui presero il nome e la gloria.