Secondo la tradizione, l’acqua che sgorga dalla statua del santo, posta nella cripta, avrebbe poteri straordinari: si dice che chi la beve possa acquisire il dono della profezia. La leggenda narra inoltre che la sibilla, una figura mistica descritta come una bellissima donna con poteri taumaturgici, dimori in queste acque sotto forma di pitonessa. La vigilia della festa, le donne del paese si recano numerose nella grotta per “consultare” l’antica sibilla, portando con sé speranze, desideri e richieste.
Il rito si svolge in prossimità di un pozzo all’interno della cripta, dove si crede che la sibilla parli attraverso segnali percepibili solo da chi formula una domanda. Questo momento, chiamato “l’ascutu” (l’ascolto), è vissuto come un’esperienza profondamente mistica: alcune donne entrano in uno stato di trance, che alcuni attribuiscono alle caratteristiche non del tutto potabile dell’acqua.
La sibilla, paziente e benevola, ascolta le richieste dei fedeli e risponde tramite rituali cledonomantici, un’antica pratica divinatoria basata su segni o parole fortuite. Secondo i marsalesi, le risposte della sibilla indicano la via per realizzare i sogni e le aspirazioni di chi si rivolge a lei.
La figura della sibilla, così profondamente radicata nella cultura popolare, ha attraversato i secoli, evolvendo da oracolo pagano a simbolo assimilato dalla Chiesa. Laddove la tradizione pagana venerava figure profetiche come la Pizia del santuario di Delfi, la Chiesa ha spesso “convertito” questi simboli integrandoli nel culto cristiano, associandoli a santi e sante.
Non a caso, la festa della sibilla coincide con quella di San Giovanni Battista, il cui rito del battesimo con l’acqua è un potente simbolo di purificazione e rinnovamento spirituale. L’acqua che sgorga nella cripta della sibilla, quindi, non è solo un elemento naturale, ma rappresenta una forza catartica, capace di esorcizzare il peccato e guidare l’uomo verso la redenzione.
La sibilla marsalese richiama inevitabilmente la figura della Pizia, sacerdotessa di Apollo a Delfi, che pronunciava i suoi oracoli nel cuore del santuario, l’omphalos, considerato l’ombelico del mondo. Come la Pizia, anche la sibilla della grotta è vista come una guida, capace di ascoltare e consigliare chi si rivolge a lei in cerca di risposte.
La cripta di San Giovanni è molto più di un luogo di culto: è un crocevia tra mito, storia e spiritualità, dove antiche credenze continuano a vivere. Ancora oggi, tra suggestioni e riti, la grotta della sibilla incanta chi la visita, mantenendo intatto il mistero che da secoli circonda questo luogo.
Come spesso accade, le leggende e le tradizioni che avvolgono luoghi come questo ci ricordano la forza delle credenze popolari, capaci di sopravvivere nel tempo, trasformandosi senza mai perdere il loro potere di affascinare. Tra magia, fede e simbolismo, la grotta della Sibilla continua a esercitare il suo magnetismo, “stregando” chiunque vi si avvicini.
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