Nembrot, o Nimrod, è una figura biblica legata alla leggenda della Torre di Babele.
Descritto come un gigante, la sua storia è strettamente connessa alla confusione delle lingue che seguì l’ambiziosa costruzione della torre. Si narra che Nembrot parlasse un linguaggio incomprensibile, noto solo a lui, un idioma che non corrispondeva a nessuna lingua umana. Di fronte a questa incomunicabilità, gli altri potevano solo lasciarlo in pace, poiché ogni tentativo di dialogo sarebbe stato inutile.
La lingua di Nembrot potrebbe essere considerata come la “lingua pura” delle origini, ossia quella esistente prima della confusione causata dalla caduta della Torre di Babele. Tuttavia, è più probabile che il suo idioma rappresenti una forma degradata del linguaggio, un riflesso delle conseguenze divine della sua ribellione. Secondo alcune interpretazioni, coloro che si trovavano in una posizione più alta nella costruzione della torre, e quindi più vicini all’atto di sfida a Dio, furono condannati a parlare lingue meno nobili.
Dante Alighieri, nell’Inferno (Canto XXXI), descrive Nembrot come il re di Babilonia, colui che iniziò l’impresa della torre. Egli parla una lingua “ignobile”, caratterizzata da suoni tronchi, consonanti dure come la “z” e un ritmo disarmonico, sottolineando così la natura caotica e disgregata del suo linguaggio, specchio del fallimento della sua impresa.
.